(Roberto Puglisi) “Siamo isolati, senza telefoni, senza telecamere. Il Comune aveva proposto, durante la precedente gestione, un telefonino per la scuola, gratuito, ma quell’offerta è stata rifiutata. Non so perché”. Il preside reggente della scuola ‘Falcone’ dello Zen, il professore Domenico Di Fatta (con il sindaco, Roberto Lagalla, nel corso di una assemblea) vive un momento impegnativo. I vetri rotti a sassate, l’istituto isolato, privo di linea telefonica, come delle telecamere di sorveglianza sono i fotogrammi di un contesto complicato.
“Il problema – spiega il nuovo dirigente – è che i cavi di rame per l’allaccio vengono spesso rubati. Per cui ci vogliono delle procedure particolari e più lunghe per metterli in sicurezza. Per questo l’amministrazione, nel frattempo, aveva offerto un cellulare comunale. Ma non se n’è fatto niente. Non me lo spiego: è un giallo”.
Il preside Di Fatta, come è noto, ha accettato la scomoda poltrona presidenziale dell’istituto, dopo le vicende contestate alla preside Daniela Lo Verde che – secondo le accuse di corruzione e peculato – avrebbe, tra l’altro, razziato risorse della comunità scolastica, tra cui anche il cibo destinato alla mensa degli alunni, con la complicità di altri. Una storia incredibile e dolorosissima, in un contesto che ha bisogno di fiducia e speranza.
L’ultima in cronaca è la sassaiola che ha mandato in frantumi le finestre. “Sì, confermo quello che ho detto – spiega il preside Di Fatta -. E’ stato un brutto risveglio. A cosa attribuisco l’episodio? Sono eventi spiacevoli, già successi in passato, molti anni fa, nel mio primo incarico qui. Sapevo che c’erano delle difficoltà, ma non mi sono pentito di avere accettato”. (rp)