CATANIA – “Sconcerto” per una ordinanza “assurda e inapplicabile”: è la posizione dei gruppi consiliari di Movimento cinque stelle e Partito democratico sull’ordinanza del Prefetto che istituisce sei zone rosse di sicurezza in diverse parti della città. I due gruppi hanno scritto una nota in cui si augurano il ritiro dell’ordinanza.
Zone rosse a Catania: l’ordinanza
L’ordinanza del prefetto Maria Carmela Librizzi è stata annunciata il 28 di gennaio scorso. Istituisce delle zone di sicurezza nella zona della stazione centrale in piazza Papa Giovanni XXII, in piazza Borsellino vicino al porto e nelle centrali piazze Duomo, Università, Bellini e Stesicoro e nella Villa Bellini.
Il documento vieta lo stazionamento a persone che, come scriveva la Prefettura nel comunicato che annunciava la decisione, “assumano atteggiamenti aggressivi, minacciosi o insistentemente molesti, determinando un pericolo concreto per la sicurezza pubblica”.
La nota di M5S e Pd
“Rimaniamo sconcertati – si legge nel comunicato congiunto dei gruppi consiliari Pd e M5S – nel leggere il contenuto dell’ultima ordinanza prefettizia. Un provvedimento inapplicabile e incostituzionale che individua, arbitrariamente, delle zone rosse in cui è fatto divieto di stazionare a chi è stato anche solo segnalato alle autorità giudiziarie per vari reati di cui al Codice penale”.
“Le zone col più alto tasso criminale stanno altrove – prosegue la nota – sono disposizioni che vìolano i diritti fondamentali dell’essere umano. Ci chiediamo ad esempio: come si può impedire a qualcuno di stare seduto in una panchina solo perché destinatario di provvedimenti giudiziari?”
“Come si può chiedere a qualcuno di allontanarsi dal salotto buono – continua il comunicato – non per qualcosa che sta facendo, ma per ciò che potrebbe fare? O a un residente di sedersi tranquillamente sull’uscio di casa sol perché, magari anni fa, ha avuto problemi con la giustizia? È forse un processo (anzi una sentenza) alle intenzioni?”
“Il metodo Almasri in città”
“Il problema della mancanza di sicurezza in città – continuano i due gruppi consiliari – che esiste ma non fa distinzione di nazionalità, religione e genere, si risolve con servizi sociali, politiche abitative, sostegno economico alle fasce più deboli e risposte repressive quando serie e rieducative, non certo con diktat dal sapore fascista che riportano indietro le lancette della storia”.
“Ci auguriamo che l’ordinanza venga ritirata – dicono nella nota i due partiti – non tanto per gli effetti che potrebbe produrre, vista l’assoluta inapplicabilità del contenuto, ma per l’immagine pessima che restituisce della nostra città”.
“Evidentemente il Metodo Almasri è arrivato anche in città – concludono Pd e M5S – se si commette un reato bisogna arrestare, non allontanare. Se il reato non c’è non si può restringere la libertà di movimento. Al governo, al centro e alla periferia, si sono inventati un ‘nuovo ordine civile’. Che sia un ‘ordine nuovo’?”
L’ordinanza del prefetto che istituisce le zone rosse a Catania risponde, come si legge nel comunicato della Prefettura, a “specifiche direttive del ministro dell’Interno in tema di sicurezza urbana per assicurare misure sempre più efficaci di contrasto alla criminalità diffusa e la piena fruibilità di spazi pubblici da parte di cittadini”.