Non solo Ztl: dal Muos alla Sanità| Quando la sentenza è “capovolta” - Live Sicilia

Non solo Ztl: dal Muos alla Sanità| Quando la sentenza è “capovolta”

Più volte il Cga ha smentito il Tar. In qualche caso, ha persino sconfessato se stesso.

PALERMO – Non è una novità assoluta. Anzi. La decisione del Cga di ribaltare la recente ordinanza del Tar sulla Ztl palermitana ha diversi e recentissimi precedenti in Sicilia. Pronunce che hanno messo sotto sopra decisioni che sembravano assodate. E se da un lato hanno consentito agli sconfitti della prima ora di esultare per una vittoria a tratti insperata, dall’altro hanno trasmesso l’idea di una giustizia affidata all’intepretazione del momento. A fatti spesso appesi al dettaglio del decreto o della norma.

Agli spigoli di una giustizia a volte incomprensibile per chi non va oltre la domanda più semplice e centrale: “E’ giusto o è sbagliato?”. Quesito al quale spesso non corrisponde una soluzione. O almeno una sola. Basta fare un esempio: “Il Muos è legittimo o no?”. Il Cga, nel giro di pochi anni, infatti, con le sue decisioni ha dapprima fermato i lavori (arrivando a labirintiche conclusioni come la “revoca della revoca della revoca”), poi ha dato il via libera accogliendo il ricorso del Ministero della difesa. Si dirà che nei due casi ha dovuto giudicare su ricorsi di natura diversa (il primo riguardava la procedura seguita, il secondo la pericolosità del radar americano). Ma la sostanza delle cose è un’altra: è sopportabile una giustizia – al netto di chi l’amministra – che non è in grado di rispondere in maniera chiara e in tempi brevi a quella semplicissima domanda: “Giusto, o sbagliato?”.

Passi dal radar alle pale, e anche qui in pochi mesi verità che si incrociano e si confondono. Prima ecco lo stop agli impianti decisi dal governo, il “no” del Tar che riapre ai progetti, una nuova delibera del governo che frena gli impianti e un nuovo “via libera” del Cga che ha imposto alla Regione di riavviare, proprio da ieri, le nuove conferenze di servizio. Vai a capirci qualcosa. Specie se sei, magari, un imprenditore che avrebbe voluto investire in Sicilia, terra ventosa anche quando c’è da confondere nell’aria le scartoffie dei procedimenti amministrativi.

Quando esistono due giustizie
In mezzo ai quattro venti della giustizia, ovviamente, le persone. Come l’ex presidente del Parco delle Madonie Angelo Pizzuto, la cui nomina venne revocata, poi confermata da due diversi tribunali amministrativi. E le contraddizioni non riguardano solo i due gradi differenti della giustizia amministrativa siciliana, che – anzi – la cui “dissonanza” potrebbe essere vista come una garanzia per il cittadino certo di aver subito un torto in seguito a una sentenza. Succede anche – ed è successo pochi anni fa, durante il governo Lombardo – che due Tribunali amministrativi, quello di Palermo e quello di Catania, decidessero in maniera del tutto opposta su un fatto identico: i concorsi nella Sanità voluti da Massimo Russo. E che si svolgevano in due diversi bacini: Sicilia occidentale e Sicilia orientale appunto. Nel primo caso i concorsi erano illegittimi, nel secondo legittimi. Fu chiamato in causa quindi il Cga che chiese nuovamente al Tar di entrare nel merito. Perché una verità non c’è mai.

Le folli elezioni di Siracusa
Si è arrivati al punto, in Sicilia, di trasformare persino un risultato elettorale in qualcosa di provvisorio. Ma nella maniera più folle. Prevedendo, ad esempio, che in pochi collegi di Siracusa si ripetessero le votazioni per le elezioni regionali di due anni prima. Il motivo? Erano state “perse” le tessere elettorali. E così, ecco l’incredibile “remake”, con candidati che nel frattempo avevano cambiato partiti e maggioranza. E con elettori che magari avevano cambiato idea, città o erano morti. I tribunali che sovvertono anche il voto. Che cambiano il volto dei parlamenti. A torto o a ragione. Ma lasciando il dubbio che una verità ultima, tra i corridoi dei tribunali amministrativi, non esista.


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