"Ci avevano detto che andava tutto bene" - Live Sicilia

“Ci avevano detto che andava tutto bene”

Neonata morta a Partinico, parla il padre
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“Cose simili non devono verificarsi più. Mia figlia non me la ridarà nessuno, ma almeno siano garantite le coppie che, in futuro, decideranno di partorire in quell’ospedale. E se non sono in grado di far nascere i bambini chiudano”. Tra le lacrime il padre di Katia Federica, la neonata morta il 23 dicembre scorso, subito dopo la nascita al Civico di Partinico, chiede di sapere cosa sia accaduto alla sua bambina.

Un sospetto l’uomo, impiegato regionale di 44 anni, ce l’ha: ”I medici hanno atteso troppo prima di fare il cesareo a mia moglie. Nonostante fosse evidente dal 22 dicembre pomeriggio che c’era una sofferenza cardiaca nel feto, si è atteso il giorno dopo per intervenire. Una cosa assurda visto che mia moglie è diabetica e quindi è un soggetto a rischio”. ‘

“Katia – racconta in lacrime – l’abbiamo voluta per tre anni. Sia io che mia moglie abbiamo altri figli dai precedenti matrimoni, lei tre, io due, ma questa era la nostra prima bambina insieme. L’abbiamo aspettata, coccolata nei nostri sogni. E questa fine è una tragedia”.

La moglie, 43 anni, alla quarta gravidanza, è ricoverata all’ospedale Ingrassia di Palermo, dopo la chiusura del reparto di Ostetricia di Partinico decisa dalla Asp proprio a seguito della morte di Katia, la settima neonata in due anni a perdere la vita nello stesso nosocomio.

“Non se la sente nemmeno di venire al funerale”, dice l’impiegato che attende il nulla osta, dopo l’autopsia appena conclusa, per potere portare via la piccola bara bianca. Lui oggi ha fatto la spola tra la Procura, dove è stato sentito dal pm che indaga sulla vicenda, e la camera mortuaria del Policlinico. ”Se penso a come è andata – racconta – mi assale una rabbia profonda. Mercoledì scorso siamo andati in ospedale per il tracciato e i medici hanno detto che il battito della bimba era lento, ma ci hanno dato appuntamento al giorno seguente per un nuovo controllo. Il 23, giovedì, mia moglie ha avuto delle perdite, siamo tornati al Civico, le hanno fatto un’ecografia e ci hanno detto che andava tutto bene e che erano perdite normali, ma il battito di Katia era ancora anomalo. Hanno sospettato che potesse dipendere dal fatto che mia moglie era digiuna e ci hanno fatto tornare a casa dicendole di mangiare”.

Nel pomeriggio siamo tornati in ospedale – prosegue l’uomo – hanno fatto l’ennesimo esame e hanno deciso il cesareo per la sera dicendo, comunque, che non c’era alcun pericolo. Alle 21 mia moglie è entrata in sala operatoria. Dopo due ore il medico è venuto a dirmi che la bimba non ce l’aveva fatta e che aveva avuto un arresto cardiaco dovuto al soffocamento determinato dal fatto che il cordone ombelicale le si era attorcigliato attorno al collo”. ”Non si può immaginare – dice – quanto stiamo soffrendo. Mia moglie pensava che, dopo tre figli, non sarebbe più rimasta incinta. Per questo questi nove mesi siamo stati a curare il nostro piccolo fiore sperando che tutto andasse bene”. ”Ora ce l’hanno portato via”, conclude singhiozzando.


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