Partinico, morto nel reparto di psichiatria, gip ordina nuove indagini - Live Sicilia

Partinico, morto nel reparto di psichiatria, gip ordina nuove indagini

Accolta l'opposizione presentata dai congiunti della vittima, assistiti da Studio3A e dall'avvocato Vincenzo Di Giovanna

L’indagine sulla morte di un paziente di 53 anni di Borgetto (Pa) che si sarebbe impiccato nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Partinico non va archiviato. Il gip del tribunale di Palermo Marco Gaeta ha ordinato di proseguire le indagini sulla morte del paziente avvenuta il 12 settembre 2020, del cinquantaquattrenne di Borgetto (Pa), che si è tolto la vita nel reparto di Psichiatria dell’ospedale civico di Partinico, dove avrebbero dovuto sorvegliarlo a vista, e per di più utilizzando le stringhe delle scarpe per impiccarsi. E’ stata accolta l’opposizione presentata dai congiunti della vittima, assistiti da Studio3A e dall’avvocato Vincenzo Di Giovanna, del foro di Sciacca (Ag).

L’uomo lavorava come guardia forestale e soffriva di depressione il 10 settembre aveva già tentato il suicidio, e non sarebbe stata la prima volta. I carabinieri della locale stazione l’avevano fermato in tempo convincendolo a farsi aiutare dai sanitari del 118, che lo hanno trasportato al pronto soccorso del Civico di Partinico dove, a seguito di consulenza psichiatrica, è stato appunto ricoverato presso l’unità operativa Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura, con diagnosi d’ingresso “tentativo di suicidio in paziente con deflessione timica”.

Tutti i medici che l’avevano seguito, dall’accesso in ospedale fino all’accettazione allo SPDC, avevano ben chiarito il quadro clinico, patologico e familiare in capo al paziente, così come dovevano averlo ben chiaro gli operatori del reparto.

“Non sono state svolte indagini in relazione alla possibile sussistenza del reato di istigazione al suicidio o di quello di omicidio colposo – scrive il Gip nella sua ordinanza depositata il 6 dicembre 2022 a scioglimento della riserva assunta nell’udienza – L’attività di indagine svolta appare lacunosa anzitutto in relazione allo strumento utilizzato per compiere il fatale gesto, non è stato accertato come la vittima si sia procurato le stringhe, non è chiaro se fossero le sue o altre, e non è stato verificato se quelle in uso alla vittima siano state rimosse al momento dell’accesso al reparto di psichiatria”.


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