Costi e parcelle: Partinico, inchiesta sull'ospedale Covid

Costi e parcelle: Partinico, inchiesta sull’ospedale Covid

L'Autorità anti corruzione chiede chiarimenti all'Asp di Palermo, che non risponde

PALERMO – Costi, incarichi, parcelle. L’Autorità anti corruzione indaga sulla realizzazione di 28 posti letto fra terapia intensiva e malattie infettive e sull’impianto di trattamento delle acque reflue all’ospedale Civico di Partinico.

Nessuna risposta ad Anac

L’Anac ha chiesto chiarimenti all’Azienda sanitaria provinciale, nessuno finora ha risposto ed è scattato un procedimento sanzionatorio. Erano state chieste delibere, progetti, copie degli incarichi e delle parcelle pagate dai professionisti. “Entro il termine concesso nella nota di avvio del procedimento (aperto a maggio, ndr) – scrivono dall’Anac – non è pervenuto alcun riscontro in merito da parte dei soggetti interessati”.

Il 28 ottobre scorso l’Anac si è stancata di aspettare e ha inviato una sorta di ultimatum, tra gli altri, al direttore generale dell’Asp di Palermo, da cui l’ospedale di Partinico dipende, Daniela Faraoni e al direttore amministrativo Nora Virga. La direzione generale nella stessa data ha indicato all’Anac i nominativi delle persone in servizio che hanno seguito la vicenda. I commissari anti corruzione chiedono di ricevere entro dieci giorni una relazione dettagliata degli appalti e vogliono sapere chi e perché non ha risposto alle note rimaste senza riscontro.

Si tratta di un nuovo capitolo di una storia ricostruita da Livesicilia nel settembre scorso, quando in ospedale arrivarono i carabinieri del Nas. Da settimane il sindacato Fials Confsal chiedeva chiarezza sulla riconversione dell’ospedale Civico in struttura Covid.

L’accusa della Fials

Tutto inizia il 27 giugno. Un paziente risulta positivo al Covid e attende per tre giorni nella cosiddetta “area grigia” al piano terra del pronto soccorso. Il segretario provinciale Enzo Munafò, il 29 giugno e il 2 luglio, chiede l’accesso agli atti per capire se siano state rispettate le procedure per i lavori in ospedale. Una commessa da due milioni e 300 mila euro. L’Asp non riscontra la richiesta e Munafò si rivolge all’Anac.

Il 26 settembre il responsabile “Trasparenza” dell’Asp invita l’azienda stessa a pubblicare tutti gli atti che riguardano i lavori. L’8 ottobre la Fials riceve via Pec la delibera dell’Asp datata 30 settembre in cui si fa la cronistoria dei lavori. Nella delibera si fa riferimento all’inchiesta “Sorella sanità”, quella che ha portato all’arresto e alla condanna tra gli altri di Fabio Damiani e Antonio Candela.

L’ombra della “Sorella sanità”

In virtù di un precedente contratto ad eseguire dei lavori a Partinico è stata chiamata la Sei Energie, società che fa capo alla Siram. Quest’ultima aveva siglato un contratto di servizio con l’Asp per gli impianti tecnologici. Il responsabile operativo per la Sicilia di Siram e amministratore delegato di Sei Energia scarl è Angelo Montisanti, che però è stato l’unico assolto nel processo di primo grado come invocato dal suo legale, l’avvocato Marcello Montalbano.

Caos amministrativo

Sulla commessa regna il caos amministrativo. Mancherebbero una serie di atti, ma vista l’emergenza sanitaria da affrontare, si è scelto di proseguire l’iter amministrativo. Ed ecco che la Fials tuona. La delibera viene bollata come un tentativo posticcio di “sanare e liquidare lavori già effettuati senza alcuna trasparenza”. Il sindacato contesta la procedura negoziata, senza pubblicazione di un bando di gara o di un avviso pubblico, con cui sono stati affidati i lavori di adeguamento, estendendo il vecchio accordo di servizio. L’impresa aggiudicataria avrebbe poi affidato in sub appalto a tre ditte lavori per circa 300 mila euro.

L’Anac inizia a chiedere chiedere chiarimenti, senza ricevere risposta. Ora ha spedito un ultimatum all’Asp.


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