(di Laura Anello) Nella mia strada, e in gran parte del mio quartiere, da più di un anno convivono due impianti di illuminazione pubblica. Quello nuovo, con i pali neri di gusto contemporaneo che si fronteggiano sui due marciapiedi. E quello d’antan, che risalirà agli Anni Sessanta o giù di lì, con le lampade spente che penzolano malinconicamente sulla strada, con l’intreccio di cavi appesi alle facciate dei palazzi a fare compagnia ad antenne, parabole satellitari, motori di condizionatori, reti reggi balconi pericolanti e quanto altro la bruttura urbana riesca a produrre