Mettere in discussione un atto delle forze dell’ordine e della Prefettura e fare difesa d’ufficio della rete di collusioni mafiose in New Port ha dell’incredibile. Negare la presenza di Cosa nostra nel porto di Palermo ci fa tornare indietro di decenni. Spataro avrebbe dovuto apprezzare e sostenere il lavoro delle forze dell’ordine e della Prefettura. Si tratta di un’opera di pulizia importante che deve andare fino in fondo. I lavoratori onesti non hanno nulla da temere, i collusi, invece, sì.
Gridare al complotto e buttarla in politica è un classico per sporcare le acque. Spataro si è candidato nel ‘96 a sostegno di Orlando sindaco, nella lista ufficiale del Pds, che non ho fatto io, e ad un’elezione alla quale non ho mai partecipato. Quindi, a chi li ha portati i voti? Li ha portati a se stesso per farsi eleggere e subito dopo è approdato ad altri lidi a lui più familiari, il partito di Cuffaro. Spataro, quindi, non tiri fuori alibi inesistenti e non si nasconda dietro giochi di parole: è stato lontano mille miglia da me e dalla mia cultura politica, non l’ho mai incrociato nella lotta alla mafia e adesso capisco il perché. Tentare di insinuare lontani passati politici comuni serve a poco perché, come risaputo, anche se Spataro fosse stato del mio stesso partito avrei assunto uguali posizioni.
