Il coltello di mia nonna - Live Sicilia

Il coltello di mia nonna

“Tu con un coltello puoi tagliare il pane ai tuoi figli oppure uccidere un uomo. Dipende da come lo usi”. Ho la speranza che il coltello che adesso è sui nostri schermi possa servire solo per nutrirci del pane sapido della conoscenza e del confronto delle idee, piuttosto che essere brandito in fieri duelli all’arma bianca.

LE IDEE
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3 min di lettura

Questo giornale online rappresenta la principale novità editoriale nel panorama di una città in cui un giorno si stampavano tre quotidiani. Esso ha l’originalità e la vivezza che derivano dal contributo dei lettori che, piuttosto che riflettere tra sé e sé su ciò che hanno letto, possono esprimere liberamente e pubblicamente le proprie idee. E non è affatto raro che la lettura dei commenti divenga ben più interessante e stimolante della lettura degli articoli stessi. Una palestra di libertà se è vero, come diceva il grande Gaber, che “Libertà è partecipazione”.

Ci sono articoli che riportano le notizie, come farebbe un’agenzia. E su questi il dibattito langue. In altri casi, più che i fatti, gli articoli esprimono le opinioni. Che è cosa ben diversa. Ed è fatale che proprio su questi ultimi si scateni più viva la discussione. Qualche esempio ? La recente iniziativa “Linea diretta con Orlando”, le “Eugenialate” di costume panormita e gli articoli sul Palermo, su cui spesso si scatena una faida con alcuni “ospiti fissi” i cui interventi, da una parte o dall’altra, si somigliano tutti. Osservando la scansione degli interventi, ricorre un tipico andamento “a onde”. In genere si parte con qualche intervento di plauso, seguito da altri di dissenso che in genere “monta” come la panna. E non di rado le dispute si spostano dall’argomento dell’articolo a quello di qualche intervento del partito avverso. Più volte mi è sorto il sospetto che, per conferire la forza dei numeri alle proprie rispettabilissime opinioni, alcuni si firmino con nickname diversi. Anche se il trucchetto è spesso svelato da una lettura attenta della terminologia e dello stile di scrittura.

Negli ultimi giorni ho assistito con disagio ad un certo inasprimento dei toni del dibattito. In qualche caso le regole del rispetto delle opinioni altrui sono state violate con insulti e gratuite ironie. Il fisiologico confronto si è talora trasformato in aggressione verbale con qualche sconfinamento nei campi del cattivo gusto. Per carità, nessuno auspica un giornale “omologato”, pieno di “Bene, bravo, bis”. Sarebbe una noia mortale. Anzi, è proprio dalle differenze d’opinione che deriva l’arricchimento per chi legge. Ma si può discutere senza insultare, dissentire senza aggredire, non apprezzare senza disprezzare. E’ una questione di rispetto e civiltà, se ancora questi termini hanno un senso in questa nostra città. In fondo, un lettore può sbraitare contro un articolo di Feltri o di Travaglio (par condicio) o una trasmissione di Vespa. Ma quando ciò avviene, il tutto resta confinato nel chiuso della propria stanza. E se proprio la lettura di certi articoli diviene intollerabile, si può anche disertare il sito o cancellarlo dai “Preferiti” del proprio browser. Tanto non si è perso un solo centesimo, a differenza di quanto avviene con il giornale di carta.

Nel comporre queste righe ripensavo alle parole di mia nonna che un giorno mi disse: “Tu con un coltello puoi tagliare il pane ai tuoi figli oppure uccidere un uomo. Dipende da come lo usi”. Ho la speranza che il coltello che adesso è sui nostri schermi possa servire solo per nutrirci del pane sapido della conoscenza e del confronto delle idee, piuttosto che essere brandito in fieri duelli all’arma bianca. Come ha osservato il lettore che ha ispirato questo mio intervento: “per favore, non sporchiamo questo spazio di libertà”. In effetti, di sozzure a Palermo ne abbiamo fin troppe.


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