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LiveSicilia.it / hp-colonna-centrale / La lotta degli assistenti tecnici in causa contro il ministero

La lotta degli assistenti tecnici
in causa contro il ministero

Circa un centinaio di lavoratori, ex dipendenti degli enti locali, hanno presentato davani il giudice del tribunale del lavoro di Palermo, gli atti del procedimento per il riconoscimento del ruolo professionale degli assistenti tecnici.

10 anni per un riconoscimento
di Manuela Zummo
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PALERMO – E’ iniziata la causa degli assistenti tecnici, ex dipendenti degli enti locali, contro il Ministero della pubblica istruzione e il Provveditorato regionale agli studi.

Circa un centinaio i lavoratori rappresentati dall’avvocato Caterina Natalotto che ha presentato davani il giudice del tribunale del lavoro di Palermo, Barone, gli atti del procedimento per il riconoscimento del ruolo professionale degli assistenti tecnici.

La loro storia, quasi infinita, è iniziata 10 anni fa quando la magistratura sancì che gli assistenti tecnici provenienti dagli enti locali venivano legittimati all’inserimento negli enti statali, mantenendo la qualifica di assistente tecnico anche in assenza del titolo culturale richiesto. A colmare la lacuna del titolo di studio, si era impegnato sia il Ministero, sia l’ufficio scolastico regionale attraverso dei corsi di riqualificazione professionale riservati ai lavoratori. Corsi che però non sarebbero mai partiti.

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E così, nonostante siano passati 10 anni, parte di questi lavoratori “in transito”, pur essendo inquadrati nel profilo di assistente tecnico, risultano privi di regolare sede di regolarità e impossibilitati a svolgere le loro mansioni professionali, in quanto nessuno – dopo averli trasferiti- li ha messi in condizione di svolgere il proprio lavoro per la mancata frequenza dei corsi di aggiornamento. La situazione, coma ha sostenuto l’avvocato Natalotto, rasenta il paradossale e la discriminazione sociale. In pratica i lavoratori percepiscono regolare stipendio senza, in realtà, svolgere alcuna mansione.

Ma degli assistenti tecnici della scuola questa mattina non si ne è discusso soltanto in aula: in concomitanza all’udienza, infatti, un gruppo di lavoratori si è radunato davanti il tribunale per denunciare la loro situazione insieme ai rappresentanti sindacali. “I lavoratori sono stanchi di essere dei fantasmi: le proteste non si fermeranno finchè non verranno riconosciuti i diritti riconosciuti dalla legge” lo ha dichiarato Donatella Anello rappresentate sindacale dello Slai Cobas, presente stamane alla manifestazione di protesta. Proteste che proseguiranno almeno per un altro anno. Il giudice del tribunale del lavoro ha, infatti, rinviato l’udienza al 27 marzo 2014.

Tags: causa · ex dipendenti · formazione · istruzione · ministero · pubblica

Pubblicato il 24 Gennaio 2013, 16:25
4 Commenti Condividi
Commenti
  1. tecnicimiur.altervista.org 8 anni fa

    Riteniamo da anni che vi sia una profonda lacuna nella normativa che regola la strutturazione organica e professionale della figura Assistente tecnico.

    Rispondi
  2. lino 8 anni fa

    perchè avete bloccato i commenti degli assistenti tecnici precari che sono vinvitori di concorso da 13 anni e ora si vedono scavalcare da questi bidelli del Comune promossi assistenti tecnici con una sentenza. Essi hanno la licenza media e non non hannop mai visto un computer come è fatto. I laboratori che i primi 70 che hanno svolto il corso gestiscono rimangono ogni anno chiusi.

    Rispondi
  3. giorgio 8 anni fa

    Un organiodi informazione che si rispetti ha il dovere di verificare, prima della pubblicazione, che le notizie che ad esso vengono riportate siano veritiere, corrette e complete. Ha altresì l’obbligo di verificare se ci sono controinteressati e di fornire loro la seconda faccia della medaglia.
    La notizia in questione è in realtà un’accozzaglia di menzogne ed inesattezze. Cito…” gli assistenti tecnici provenienti dagli enti locali” . I soggetti in questione non erano assistenti tecnici negli enti locali in quanto non esiste detto profilo se non nella scuola. Lo stesso profilo necessita di apposito titolo di studio, i soggetti in questione ne sono privi.
    Questi soggetti sono l’ennesima vergogna della plitica italiana, riconoscono di non avere i titoli di studio per esercitare una professione che non è la loro..e chiedono allo stato di colmare questa lacuna…siamo al paradosso..e certi organi di informazione prestano il fianco a simili e vergognose situazioni.
    Congratulazioni

    Rispondi
  4. salvo 8 anni fa

    non hanno ne le competenze ne le capacità di esercitare un ruolo che non hanno mai svolto,e pretendono di essere formati dallo stato.è uno schifo

    Rispondi

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