Partinico, faida infinita| Il racket torna a colpire col fuoco - Live Sicilia

Partinico, faida infinita| Il racket torna a colpire col fuoco

Il rogo che ha distrutto quattro autocarri a Partinico fa temere il ritorno del racket delle estorsioni in un territorio già minato da una violenta lotta per l'egemonia. A gennaio un attentato aveva colpito una ditta di Borgetto.

PARTINICO (PALERMO) – Il racket delle estorsioni ribadisce la propria presenza e lo fa in un dei territori “più caldi” della Sicilia occidentale, quello compreso tra Partinico e Borgetto, da sempre protagonista di una faida infinita, la cui storia si è snodata tra omicidi, sparatorie, lupara  bianca. Non andando troppo lontano nel tempo, dall’inizio dell’anno sono stati due gli incendi di probabile matrice dolosa, volti a mettere l’accento sulla presenza di Cosa nostra e dei suoi esattori del pizzo.

A gennaio era finita nel mirino una ditta di Borgetto, la “Geosystem” di Domenico D’Arrigo, figlio di Leonardo, in passato finito sotto inchiesta perché considerato vicino alla cosca della zona. Il rogo ai loro danni distrusse i mezzi aziendali: fu appiccato dopo un contatto con “Libero Futuro”, con la quale gli imprenditori volevano intraprendere un percorso di legalità. Fu proprio Enrico Colajanni, che guida l’associazione, a ribadire l’estrema importanza di denunciare in un territorio come quello tra Borgetto e Partinico, dove il silenzio ha negli anni minato sempre più la zona che ha visto contrapporsi le famiglie Giambrone e Corrao.

A complicare la situazione il ritorno in scena di Giuseppe Giambrone.L’ex mafioso implicato in vari omicidi di mafia è tornato in libertà lo scorso settembre per scadenza dei termini di custodia cautelare: il suo arresto aveva contribuito a smascherare i principali protagonisti della faida mafiosa interna, nel corso dell’operazione “Chartago”: erano due le fazioni che si erano create dopo che l’operazione del 2005, “Terra Bruciata” che aveva portato all’arresto dei fratelli Vito e Leonardo Vitale, che fino a quel momento avevano avuto la leadership sul mandamento. E così, da una parte c’era proprio quella dei Corrao, che godevano anche dell’appoggio del boss Domenico Raccuglia, allora ancora latitante, dall’altra quella di Antonino Giambrone, sostenuta dal capomandamento di Partinico Francesco Nania, che si trovava negli Stati Uniti.

E, se i protagonisti di una lunga stagione di mafia sono nuovamente in circolazione, nella zona si teme una nuova scia di sangue. Ma non solo. Il business della cosca locale si basa anche su infiltrazioni negli appalti e racket delle estorsioni. E c’è proprio l’ombra della richieste del pizzo dietro a quello che avrebbe tutti i connotati di un attentato: l’incendio che si è verificato in una rivendita di autocarri che si trova sulla strada statale 113, nei pressi di Partinico. Quattro i mezzi pesanti che sono stati dati alle fiamme nell’area esterna del locale. La pista che i carabinieri della stazione locale privilegiano è proprio quella dell’intimidazione. Si tratterebbe dell’ennesimo segnale di una guerra che non è mai finita.


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