Gesip e l'accordo in bilico| tra silenzi e passaggi a rischio - Live Sicilia

Gesip e l’accordo in bilico| tra silenzi e passaggi a rischio

La scorsa settimana una nota del ministro Fornero ha annunciato il raggiungimento di un'intesa per la Gesip, che dovrebbe essere formalizzata a giorni. Tutto risolto, quindi? No, almeno per il momento. Ecco i prossimi passaggi della delicatissima vertenza.

LA VERTENZA
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PALERMO – “Un percorso di solidarietà” per la Gesip condiviso da ministero, Regione siciliana e comune di Palermo, in attesa della firma di un protocollo d’intesa che approvi il piano di piazza Pretoria e della modifica dell’accordo quadro sugli ammortizzatori sociali in deroga dell’Isola. Si è concluso così, stando al comunicato diramato dal dicastero del Lavoro, il vertice romano di giovedì scorso indetto proprio per risolvere una volta e per tutte la vertenza della società partecipata da Palazzo delle Aquile. Un accordo che però, almeno per il momento, non è stato ancora formalizzato e che dovrebbe essere messo nero su bianco entro pochi giorni in un nuovo summit che sarà convocato tra venerdì e lunedì prossimi. Ma la notizia, che è risuonata come una vittoria alle orecchie dei 1787 lavoratori della Gesip, non manca di nascondere anche qualche sorpresa.

La nota del ministro Fornero è, indubbiamente, una sostanziale approvazione della raod map elaborata dal sindaco Leoluca Orlando: i lavoratori rientreranno in servizio dal 2 maggio e continueranno ad essere dipendenti della Gesip ma saranno sospesi e riutilizzati dal Comune, in progetti di utilità sociale, con 900 euro lordi mensili (pagati da piazza Pretoria mediante un accordo con l’Inps) e in più assegni familiari e contributi pensionistici (garantiti dalla Regione). E cioè esattamente la stessa proposta che il primo cittadino aveva presentato a Palazzo d’Orleans lunedì 18 marzo, con il Comune che si diceva pronto, per la prima volta in Italia, a pagarsi da solo la cassa integrazione gravando il meno possibile su un plafond per la Cig in deroga già ridotto all’osso.

Ma in quella sede, alla presenza delle 21 parti sociali e datoriali firmatarie dell’accordo, il sindaco aveva dovuto dare battaglia fino a spingere il governatore Crocetta a superare i veti mettendo sul tavolo dieci milioni di euro solo per Gesip. Una mossa mal digerita dai sindacati confederali e dagli industriali che avevano chiesto e ottenuto un nuovo vertice romano per chiedere più soldi al ministero con cui includere, oltre a Gesip, anche quasi duemila lavoratori in mobilità e settori come la sanità privata e i trasporti. Una sorta di aut aut imposto a Crocetta: soldi per tutti o niente deroghe.

Peccato, però, che di tutto questo nel comunicato stampa della Fornero non ci sia la minima traccia, nonostante la presenza al vertice ministeriale proprio di Cgil, Cisl e Uil. E il motivo è presto detto: ad esplicita richiesta, la Fornero avrebbe risposto a chiare lettere che non c’è la minima possibilità che dallo Stato arrivino risorse aggiuntive, né per i metalmeccanici né per altri, mentre la Gesip rientra nelle attuali risorse. La Sicilia, infatti, oltre ai 21 milioni per il 2013 e agli 11 derivanti da una redistribuzione dei residui del 2012, ha ricevuto 108 milioni di rimodulazione del fondo di coesione, così come altre tre regioni del Sud Italia, e pertanto non avrà diritto ad ulteriori somme. Una doccia gelata per i sindacati, che a quel punto hanno fatto buon viso a cattivo gioco: insomma, inutile mettersi di traverso per la Gesip se non ci sono possibilità di avere altri soldi per includere le categorie rimaste fuori.

Tutto risolto, quindi? No, almeno per ora. I prossimi due passaggi saranno, infatti, i più delicati: prima a Roma le parti coinvolte dovranno mettere nero su bianco un protocollo d’intesa che non ha precedenti, visto che Palermo sarà la prima amministrazione pubblica a farsi carico delle retribuzioni dei lavoratori di una partecipata in crisi; poi toccherà a una nuova riunione tutta palermitana che modifichi l’accordo quadro. E qui potrebbero sorgere i problemi: malgrado Cgil, Cisl e Uil si siano dette disponibili, viste le condizioni, ad avallare la modifica, lo stesso non si può dire dei rappresentanti delle imprese e degli industriali che a Roma non sono stati nemmeno invitati e che pertanto potrebbero decidere di mettersi di traverso. A quel punto il casus belli potrebbe diventare un altro: è possibile modificare l’accordo quadro a maggioranza? “Chiunque conosca un minimo di diritto privato sa che non è possibile – dice a taccuini chiusi un sindacalista – ma è anche vero che a dicembre l’accordo è stato modificato da appena sette sigle su 21, con l’avallo della Regione”.

Altro tema sarà come inserire la Gesip nell’accordo. “Non si può mica mettere il nome di una singola azienda – dice dietro anonimato un rappresentante delle imprese – si deve andare per categorie. E se si mette genericamente la dicitura partecipate, come si fa ad escluderle tutte tranne Gesip? A dicembre del 2012 lo si è fatto, ma si era a fine anno e c’era la garanzia della copertura”. L’escamotage potrebbe essere il seguente: visto che Palermo è l’unico Comune ad accollarsi una parte considerevole della spesa per la Cig in deroga, se altri enti locali vorranno seguire l’esempio saranno i ben accetti, altrimenti resteranno fuori. Inoltre, il piano di Orlando durerà quattro anni ma la Cig va rinegoziata di anno in anno: il rischio è che a inizio del 2014 ci si ritrovi punto e a capo.

E’ evidente, quindi, come l’equilibrio su cui si fonda l’accordo rimanga assai precario e ne è una prova il fatto che oltre al comunicato della Fornero non siano arrivate altre prese di posizione o dichiarazioni ufficiali: uno riserbo assoluto per non far traballare un’intesa già di per sé assai poco stabile. A piazza Pretoria, almeno per il momento, restano diffidenti: altre volte la soluzione è sembrata a portata di mano salvo poi sfumare improvvisamente e l’entourage del sindaco teme colpi di scena dell’ultima ora. Ma il Comune, intanto, comincia a organizzarsi.

Far rientrare tutti i dipendenti in servizio dal 2 maggio, infatti, non è certo una cosa facile: bisogna richiamarli, dividerli per servizi (che sono diversi in alcuni casi da quelli svolti fino ad agosto scorso) e organizzarli, ma soprattutto verificare strumenti e materiali di consumo. Parecchi utensili sono ancora chiusi nei magazzini della Gesip, praticamente inutilizzati da sette mesi, senza che nessuno abbia eseguito un minimo di manutenzione: bisognerà verificarne prima lo stato dell’arte, inventariarli e fare il punto della situazione. Per questo è stata convocata in questi giorni una riunione tecnica fra gli uffici di piazza Pretoria e gli assessorati comunali interessati, proprio per organizzare il tutto per tempo qualora arrivi il definitivo via libera al reimpiego dei lavoratori Gesip.

 


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