"Ti butto sugli scogli con i tuoi figli" | Il vero volto della mafia - Live Sicilia

“Ti butto sugli scogli con i tuoi figli” | Il vero volto della mafia

Il Mambo Beach, in copertina D'Ambrogio

Un disco pub a Isola delle Femmine. Qualcuno che chiede protezione. Un imprenditore esasperato che decide di denunciare. E racconta quella volta in cui...

Gli arresti di Porta Nuova
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PALERMO – L’appuntamento in un magazzino. L’invito a staccare la batteria del telefonino. La saracinesca abbassata. Una mano stretta attorno al collo. E quella frase: “… stai attento a come ti muovi altrimenti ti butto sugli scogli a te e ai tuoi figli”. Ed è allora che l’imprenditore ha capito di non avere altra scelta all’infuori della denuncia.

Pietro Maimone era titolare di un disco pub, il Mambo Beach, sul lungomare di Isola delle Femmine. Aveva scelto di entrare in affari con Ignazio Li Vigni, uno degli arrestati del blitz di Porta Nuova. Solo che il suo socio aveva chiesto e ottenuto la protezione di Alessandro D’Ambrogio per fare la voce grossa con Maimone, finendo, però, egli stesso stritolato dal capomafia di Porta Nuova. Tutto inizia nel luglio 2009 quando, racconta Maimone, “dovendo finire i lavori di ristrutturazione del locale, dopo aver ricevuto diversi dinieghi di prestiti da vari istituti di credito con l’aiuto di un amico venivo messo in contatto con una persona che si proponeva di acquistarne il 50% tramite il pagamento di 100.000 euro. Dopo il versamento di una quota iniziale di 20.000 euro, nel gennaio del 2010, veniva pertanto costituita una nuova società”.

Una società che presto svela sgradite sorprese. Il locale è frequentato da persone poco raccomandabili. Che con arroganza consumano parecchio e non pagano il conto. Poi, iniziano a sparire soldi dalla cassa. Maimone, esasperato, dice a Li Vigni che non ha più intenzione di fare affari con lui. Risposta: “Poi vediamo chi deve uscire dalla società”. Dalle parole si passa presto ai fatti. Maimone cerca di capire in quale guaio si sia cacciato. Si affida ad alcuni parenti. Ed un giorno gli fanno sapere che lo stanno cercando. La convocazione è in un magazzino di via Polara, nella zona di corso Finocchiaro Aprile.

Così Maimone ricostruisce il drammatico pomeriggio: “Entrato nel locale, che mi è sembrato un deposito di frutta e verdura, ho trovato ad attendermi sette o otto persone disposte a semicerchio rispetto all’ingresso e che mi hanno letteralmente accerchiato”. Al centro c’è D’Ambrogio che lo prende per la gola: ‘Tu mi conosci a me?… Li vedi? noi siamo i cani, basta un mio cenno per farti attaccare… domani portagli le chiavi entro mezzogiorno e stai attento a come ti muovi altrimenti ti butto sugli scogli a te e ai tuoi figli’”. Per evitare il peggio nei giorni successivi fanno sapere a Maimone che la si può sistema con 150 mila euro. Una cifra impossibile da pagare e addio locale. A quel punto Maimone si ribella e denuncia.

Non è andata meglio a Li Vigni. I suoi amici sono diventati carnefici. Prima gli hanno fatto pagare 70 mila euro di pizzo. Poi, una nuova richiesta di denaro. Li Vigni ha cercato di convincere invano una donna ad entrare in società per soddisfare la richiesta di D’Ambrogio. Fallito il tentativo si è rassegnato come è emerso dalle sue stesse parole intercettate: “… oggi sono andato all’appuntamento… e gli ho dovuto dare le chiavi, sono chiuso”.

La vicenda non finisce qua, perché un anno dopo, siamo nel marzo scorso, Maimone ha cercato di ricominciare da capo. Ha preso in affitto per la seconda volta gli stessi locali di Isola delle Femmine. Mentre si trovava al centro commerciale Conca d’oro è stato avvicinato da un addetto alla sicurezza non ancora identificato che gli ha detto di essere amico di D’Ambrogio. “…Vedi di sistemarti la cosa con D’Ambrogio perché non ce l’hai messa bene questa situazione con lui”. La notte fra il 7 e l’8 giugno scorsi, qualcuno ha appiccato le fiamme al Mambo Beach.


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