Riforma delle Province| Bonaccorsi scrive a Crocetta - Live Sicilia

Riforma delle Province| Bonaccorsi scrive a Crocetta

Il sindaco di Giarre: "Credo che una riforma di tale portata non possa essere gestita sull’onda del gioco mediatico, dell’emotività, e degli accordi momentanei tra forze politiche."

la lettera
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Egregi Onorevoli,

chi scrive è il sindaco di una città siciliana di medie dimensioni – riferimento per un comprensorio tradizionalmente tra i più vitali dell’isola per dinamismo economico, sociale e culturale. Dopo l’annuncio televisivo del taglio delle Province, come tanti avevo immaginato che ci fosse finalmente l’intento di semplificare la vita di comunità che vivono in territori omogenei, ma anche produrre risparmi ed efficienza.

Al momento, invece, sono state soltanto rianimate vecchie contese campanilistiche, talvolta con estemporanee e singolari ipotesi di capoluoghi di liberi consorzi; nasceranno, a quanto si apprende, 3 città metropolitane, a regime forse 20 liberi consorzi, altrettante pletoriche giunte e assemblee composte da sindaci e consiglieri comunali.

Converrete che, secondo queste proposte, competenze e servizi dei nuovi enti non siano affatto chiare, incerto di conseguenza il riparto delle entrate e delle spese dei bilanci provinciali tra i liberi consorzi e dunque la loro stessa vita. Così come non è detto che le modifiche territoriali non comportino maggiori spese o minori entrate. Altrettanto incerto è il fatto che i trasferimenti nazionali e regionali possano essere ripartiti pro quota.

Chi dovrà pagare i residui passivi dei bilanci? Se in un’area vasta come quella delle Province la compensazione tra entrate e spese, tra risorse e debiti, trovava il giusto equilibrio, sarà così anche con i liberi consorzi di dimensioni molto minori? Le risposte vanno date, per forza di cose, durante la costruzione dell’impianto legislativo perché non è ipotizzabile procedere a tentativi!

 

E inoltre, l’edilizia e le circoscrizioni scolastiche, la mobilità, le ex strutture provinciali, gli apparati amministrativi, saranno compatibili con le dimensioni dei liberi consorzi? Viene da chiedersi: cosa ne sarà di tutti gli enti articolati su base provinciale che insisteranno su liberi consorzi istituiti in aree a metà tra due Province?Potremmo persino giungere alla paradossale duplicazione di questi enti per ognuno dei liberi consorzi: una ventina di Camere di Commercio e così via per Inps, Inail e per ciascuno degli enti ex provinciali! Altre incognite riguardano la sicurezza del territorio: le direzioni provinciali di Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco potranno avere un assetto compatibile con le nuove suddivisioni territoriali o rimarranno su base provinciale?

 Difficilmente la gestione di equilibri così sottili e di interrogativi così complessi potrà essere demandata a Sindaci e Consiglieri comunali, poiché su ciascuno di essi graveranno due responsabilità poco compatibili fra loro: rappresentare gli interessi del proprio territorio e quelli del libero consorzio, con inevitabili conflittualità e potenziale paralisi delle funzioni. Gravissime le ripercussioni sulla già fortemente minata credibilità delle istituzioni e della politica.

Credo che una riforma di tale portata “costituente” non possa essere gestita sull’onda del gioco mediatico, dell’emotività, e degli accordi momentanei tra forze politiche. C’è assoluta necessità di accurate riflessioni, di ricerca, di progetti concreti, innovativi che diano speranza e prospettive alle nostre istituzioni e dunque alla democrazia della rappresentanza dei cittadini. Mi appello alla vostra sensibilità affinché consideriate anche tali aspetti in questo difficile e tormentato esame parlamentare di una legge che anziché raggiungere l’effetto sperato da molti potrebbe andare contro gli interessi di tutti.

 


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