Bisogna rifare da zero |il Pd in Sicilia - Live Sicilia

Bisogna rifare da zero |il Pd in Sicilia

L'ex direttore di RaiNews24, oggi senatore del Pd, interviene sulla situazione dei democrat in Sicilia: "La lista per le Europee è pessima. A Renzi chiedo: smantelliamo il partito e ricostruiamolo, verificando tessera per tessera".

L'intervento
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Non so se Fausto Raciti si dimetterà da segretario regionale o se Matteo Renzi dirà a quattr’occhi al suo viceré Faraone “ma che cosa hai combinato?” Certo la lista con cui il Pd Siciliano va alle elezioni europee è pessima. Io appoggerò soltanto Renato Soru, un innovatore e una persona seria, che non ha niente da spartire con la ricotta acida siciliana.

Esagero? Purtroppo no. Partiamo dalla capolista, che porta un bellissimo nome, quello di Rocco Chinnici, ma che non ha mostrato meriti né capacità particolari, quando è stata assessore della Giunta Lombardo. Per ripescarla il Pd ha lasciato cadere la candidatura del sindaco di Lampedusa, che almeno era un simbolo, spendibile in Europa, della tragedia dell’immigrazione e della capacità, mostrata dalla Sicilia, di farvi fronte, con tolleranza e discernimento.

Poi ecco un professore di diritto penale, a Palermo ma anche all’Università Korè di Mirello Crisafulli. Si chiama Giovanni Fiandaca. Il suo merito principale, almeno a giudicare da come l’hanno presentato, pare che siano le critiche che ha mosso alla Procura di Palermo. Come se i guasti all’economia e all’etica pubblica della Sicilia siano stati causati dal Procuratore De Matteo o da Antonio Ingroia.

Poi i politici, vero biglietto da visita del nuovo Pd. Troviamo Marco Zambuto, sindaco di Agrigento, passato prima da Berlusconi poi da Casini, all’amicizia con Faraone, nipote del Podestà fascista della città. E l’ultima sparata in lista, Michela Giuffrida, scelta da tal Lino Leanza, alleato esterno (con Articolo 4) di Crocetta e già Vice Presidente dell’ultima Giunta Cuffaro. Completano il rinnovamento, una fedelissima di Mirello Crisafulli, Tiziana Arena, e Giovanni Barbagallo, ex funzionario dell’AMT di Catania, già trombato alle Europee 2009 e indagato – vale anche per lui la presunzione di innocenza -, ma per le spese pazze all’Ars.

Dulcis in fundo, una faccia pulita che viene dalle valli tra Bergamo e Trento ed è approdata in Sicilia solo due anni fa. Michela Stancheris, è il suo nome. È stata prima assistente di Crocetta a Bruxelles, poi segretaria particolare del Presidente a Palazzo d’Orleans, infine assessore per tappare il buco lasciato da Battiato. Pronta per l’Europa.

Insomma, il catalogo è questo. Quanto al governo dell’isola siamo alla pochade. Una Giunta del Presidente, già in crisi con l’uomo di Cardinale, Fiumefreddo, già costretto alle dimissioni e Crocetta che offre un rimpasto per sistemare qualcuno “della corrente di Raciti”. Ma Raciti non era il segretario al di sopra delle correnti? Quanto, poi, ai due estromessi, Lumia e Cracolici, la lotta continua, con tutta evidenza, e proseguirà sordida e senza esclusione di colpi.

Basta. Penso che il Pd Siciliano debba essere smantellato e ricostruito dal basso. Circolo per circolo, assicurandosi che ogni circolo abbia un luogo dove riunirsi e tenga aperta la bottega almeno un giorno la settimana per confrontarsi con la cittadinanza. Le iscrizioni devono essere verificate, una per una, guardando ciascuno iscritto negli occhi, chiedendogli un impegno minimo per il partito e indicandogli una soglia da non superare per le sue ambizioni di carriera. Penso che il nuovo partito che ne risulterebbe dovrebbe garantire un appoggio critico (molto critico, perché non si capisce dove sia finita la famosa “rivoluzione”) al Governo Crocetta, senza chiedere né assessori né nomine di amici e parenti in strutture pubbliche o para pubbliche.

Caro Matteo Renzi, mi offro di farlo io questo lavoro. Sì, mi sento l’energia sufficiente e credo di amare abbastanza la Sicilia, per offrirmi a smantellare e ricostruire il Pd nell’isola. E darne poi le chiavi al Segretario Nazionale, senza nulla chiedere in cambio. Anzi dichiaro, fin d’ota, che non accetterò candidatura a nessuna carica elettiva. Lo so, lo temo:  questa offerta resterà probabilmente senza risposta. Le si opporrà un silenzioso disprezzo. Ma insisto, mi appello a Renzi, a Cuperlo, a Civati e Barca (che sta facendo un magnifico lavoro per ricostruire, dalla base, il Pd in parecchie zone del Paese). Guardate che la Sicilia è la metafora del degrado e e del discredito che minacciano l’intera sinistra italiana. Non abbandonate la Sicilia, vi prego.

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