Teste di capretto in via del Celso | Intimidazione a Di Giovanna - Live Sicilia

Teste di capretto in via del Celso | Intimidazione a Di Giovanna

Macabro ritrovamento in una strada del centro storico, a pochi passi da corso Vittorio Emanuele, dove l'ex presidente dell'Associazione dei costruttori edili di Palermo sta per ristrutturare Palazzo Galletti. L'assessore regionale Nino Caleca: "Gesto vile". Solidarietà anche dall'Ance Palermo.

PALERMO – Il messaggio è fin troppo chiaro e macabro. Due teste di capretto sono state fatte ritrovare in via del Celso, nel cuore della vecchia Palermo, di fronte Palazzo Galletti dove l’imprenditore Giuseppe Di Giovanna, ex presdente dell’Associazione dei costruttori palermitani, realizzerà un ostello universitario. “A nome della giunta di governo e di Sicilia Democratica – spiega l’assessore regionale Nino Caleca – voglio esprime la vicinanza a Di Giovanna che oggi è vittima di un gesto vile che certamente non lo piegherà alla volonta di chi lo ha commesso”.

Gli investigatori della Squadra mobile di Palermo non hanno dubbi: è un avvertimento degli uomini del pizzo, un chiaro invito ad imboccare la strada della messa posto che precede, di solito, la visita di un emissario dei boss che rende esplicita la richiesta estorsiva. Dal centro storico, a occhi passi da corso Vittorio Emanuele, il rigurgito dei vecchi metodi mafiosi è maleodorante.

Gli uomini del pizzo, dunque, tornano a farsi sentire in una zona della città falcidiata dagli arresti. Corso Vittorio Emanuele fa parte della famiglia mafiosa di Palermo Centro, mandamento di Porta Nuova. Le forze dell’ordine hanno arrestato vecchi e nuovi boss della zona. Il ritrovamento delle teste di capretto non sarebbe un episodio da attribuire alle nuove leve che cercano di farsi largo nel mondo di Cosa nostra. Ci sarebbe qualcuno ancora in libertà con il carisma necessario per prendere in mano le redini del mandamento, seguendo la logica della continuità che rappresenta la forza di Cosa nostra.

Via del Celso è una piccola strada dove la stragrande maggioranza degli edifici è stata recuperata. Tra quelli dove si deve ancora intervenire c’è proprio il complesso monumentale Palazzo Galletti di Santa Marina. Non è escluso che gli uomini del racket abbiano fiutato questo o chissà quale altro affare e abbiano lanciato il loro primo avvertimento.

*Aggiornamento del 2/6/2015
“La pesantissima intimidazione subita da Giuseppe Di Giovanna ci ha riportati indietro di un ventennio. È inaccettabile che ancora oggi, dopo tutte le battaglie portate avanti per la legalità e contro il racket del pizzo, anche dallo stesso Di Giovanna negli anni in cui è stato alla presidenza di Ance Palermo, si debbano fare ancora i conti con azioni criminali di questo genere”. Ad affermarlo è il presidente di Ance Palermo, Fabio Sanfratello, all’indomani del ritrovamento di due teste di capretto e un proiettile nel cantiere di via del Celso a Palermo, dove sono in corso i lavori di messa in sicurezza di un edificio curati dalla Panormus di Di Giovanna. “Azioni come questa – continua Sanfratello – se da un lato ci gettano nello sconforto, dall’altro ci spingono ad alzare il tiro e a continuare ad operare perché a Palermo chi lavora non debba più subire intimidazioni di alcun genere, nel nostro settore come in qualunque altro”. “Nell’esprimere la vicinanza di Ance Palermo a Giuseppe Di Giovanna voglio ribadire il nostro apprezzamento per il fatto che abbia denunciato l’accaduto. Mi auguro – conclude il presidente di Ance Palermo – che il suo coraggio sia di esempio per altri imprenditori e li sproni a denunziare. La nostra associazione, insieme con Addiopizzo e Libero Futuro, è sempre pronta a scendere in campo per la difesa della legalità”.

 


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