"Unesco, riconoscimento per la città | Come cambierà in meglio Palermo" - Live Sicilia

“Unesco, riconoscimento per la città | Come cambierà in meglio Palermo”

Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando

L'INTERVISTA. Il sindaco di Palermo spiega tutti i vantaggi per il capoluogo siciliano che deriveranno del titolo di patrimonio dell'umanità. "Le pedonalizzazioni? Sono un vantaggio, non un sacrificio".

LEOLUCA ORLANDO
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PALERMO – “Il riconoscimento da parte dell’Unesco dell’itinerario arabo-normanno è stato un momento bellissimo: non parliamo di un singolo monumento riconosciuto come patrimonio dell’umanità, ma di un’intera città”. Leoluca Orlando è raggiante: a Bonn ha incassato una sonora vittoria e adesso il sindaco di Palermo punta a rivalutare l’intero percorso puntando sul decoro e sulla lotta all’illegalità. “Questo porterà a un aumento delle presenze turistiche di almeno il 30%. I ricorsi al Tar contro le pedonalizzazioni? E’ giusto che ognuno faccia ciò che ritiene di fare: l’amministrazione comunale ha fatto, fa e farà la propria parte”.

Signor sindaco, partiamo dal riconoscimento Unesco. E’ stato un bel momento per Palermo…
“E’ stato un bellissimo momento, ben 18 Stati sono intervenuti in nostro favore. E’ stato un trionfo per Palermo e per la Sicilia. Ho ringraziato l’Unesco perché ha saputo leggere, oltre i meravigliosi monumenti arabo-normanni, anche la cultura di un intero popolo. La carta intestata della città e del sindaco riporterà da un lato il logo di Palermo e dall’altro con il logo Unesco della Palermo arabo-normanna: è un brand, non il riconoscimento di un singolo monumento ma un messaggio di pace di straordinaria attualità. Siamo – non mi stancherò di ripetere – una città mediorientale in Europa, che dimostra come arabi e normanni possano convivere insieme. E’ questo essere mediorientali ed europei la nostra storia, ma anche la nostra grande missione per il presente e il futuro. Il ‘mosaico Palermo’ deve avere come cornice il rispetto dei diritti umani di tutti e di ciascuno, di tutti, di giovani e anziani, di uomini e donne, di migranti, di studenti, di Lgbt, di disoccupati, di lavoratori. Nel mio discorso durante la sessione plenaria ho detto che a Palermo cane, gatto e topo passeggiano assieme: è scoppiato l’applauso e tutti sono poi venuti a complimentarsi. Siamo stati, del resto, l’unico sito culturale italiano riconosciuto quest’anno a Bonn dall’Unesco. I diplomatici italiani presenti auspicavano che qualcuno dei rappresentanti dei diversi Stati esprimesse complimenti dopo la proclamazione, ma non ce n’è stato bisogno: lo hanno fatto tutti e prima ancora di votare. La presidente indiana ha detto espressamente che si tratta di un sito meraviglioso, presentato in maniera meravigliosa. Si sono espressi favorevolmente tra gli altri Colombia, Giordania, Algeria, Georgia, Palestina, Croazia, Messico, India, Sumatra, Kazakistan, Qatar, Lettonia, Giappone. Ho messo, abbiamo messo a frutto la mia, la nostra antica e solida rete internazionale e ad avanzare una critica è stato solo il Giappone: ha criticato l’Unesco per aver concesso il riconoscimento così in ritardo! E’ un passaggio straordinario, non si tratta solo di qualche monumento ma di un monumento vivente: uno stile di vita, la coabitazione tra culture diverse. E la Consulta delle Culture fa parte di questo percorso, così come la Carta di Palermo 2015 sulla mobilità umana come diritto inalienabile”.

I palermitani però si chiedono cosa produrrà, in concreto, questo riconoscimento…
“Il solo annuncio del possibile riconoscimento ha prodotto un enorme incremento dei turisti: a maggio la media delle stanze di albergo vendute era del 90%, con picchi del 100% negli alberghi che, a prescindere dal numero di stelle, forniscono servizi migliori. L’aumento medio statistico del turismo nei siti Unesco è del 30% e questo se non fai nulla. Oggi chi viaggia lo fa in modo informato e, dovendo scegliere dove andare, lo fa guardando con interesse i siti Unesco. Non parliamo di un singolo monumento, del solo corso Vittorio Emanuele, della Cattedrale e di Palazzo reale, ma anche della Zisa, di Maredolce, del Ponte dell’Ammiraglio, della Martorana, di San Cataldo, di San Giovanni dei Lebbrosi e di San Giovanni degli Eremiti. Il castello della Zisa è uno dei più belli del Mediterraneo, in Europa ma in stile arabo, costruito dal re normanno dopo aver sconfitto gli arabi: volendo fare un paragone, è come se Bush Junior, dopo aver sconfitto Saddam Hussein, avesse costruito una moschea in stile iracheno di fronte alla Casa Bianca. Non parliamo di semplice integrazione, ma di coabitazione. Ci sarà, quindi, un effetto sul turismo ma anche sul valore immobiliare: gli immobili collegati per scelte di godibilità e di accessibilità pedonale al circuito aumenteranno tutti di valore, così come succederà a quelli vicini a una stazione del tram, dell’anello o del passante ferroviario”.

Qualcuno però continua a lamentarsi delle limitazioni al traffico: c’è chi propone piani alternativi, chi ipotizza ricorsi al Tar…
“Ognuno è libero di fare ciò che ritiene giusto. Il tema è avere la percezione che quello che stiamo facendo produce vantaggi non solo per corso Vittorio Emanuele, ma anche per l’intera città. Al Ponte dell’Ammiraglio, per esempio, avremo una combinazione straordinaria con il tram e con il nuovo ponte che inaugureremo per il Festino. Supponiamo, per un momento, di non collegare corso Vittorio Emanuele o la Zisa con scelte che riguardano l’accessibilità al sito: è evidente che quella zona non avrà alcun vantaggio. Hai un vantaggio se sei vicino a un monumento e la tua immagine di negozio, casa o albergo è in una zona segnata dal riconoscimento. Volete un esempio pratico? Prendiamo la vecchia Lione, un piccolo antico borgo riconosciuto dall’Unesco. Lì i residenti hanno chiesto per primi il divieto alle auto, perché così chi viene a Lione sa che il vero borgo Unesco è quello in cui non ci sono le auto. Quello che può sembrare un sacrificio, è in realtà un vantaggio. Mentre Monreale e Cefalù si sono viste riconoscere le splendide cattedrali, Palermo è stata dichiarata tutta arabo-normanna. Non si tratta di qualche monumento, ma della cultura, dei valori e della storia di un popolo che peraltro è la cultura, la storia, sono i valori di Monreale e Cefalù come della Sicilia”.

E’ anche vero, però, che senza decoro o senza regole alla movida tutto servirà a poco…
“Oggi presenteremo alla stampa quanto successo a Bonn, ma ho già convocato per domani il comitato di pilotaggio, di cui sono presidente, che comprende Palermo, Cefalù, Monreale, gli assessorati regionali al Turismo e alla Cultura, la fondazione Federico II, l’Ars, il Fec, la fondazione Unesco Sicilia, le Arcidiocesi, le Diocesi e l’Eparchia, avendo condiviso con i vescovi la candidatura e il suo successo. Adesso insieme ci daremo un piano complessivo. Come amministrazione comunale, ho già annunciato la creazione di strutture dedicate al circuito presso la Polizia municipale, le strutture competenti per attività economiche e turistiche, l’Amg, l’Amap, l’Amat e la Rap: ci saranno squadre dedicate con un responsabile del coordinamento all’interno del Gabinetto del sindaco. Queste squadre agiranno in una parte vasta della città, un’attività che si affianca con l’attenzione che già dedichiamo alle altre zone con le squadre Reset per le coste e il verde anomalo, dove scontiamo enormi arretrati. In questo quadro diventa armonico anche il piano di pedonalizzazioni: a San Domenico non c’è niente di arabo-normanno, ma sei a due passi dal circuito, come a piazza Bologni. Questo si accompagna all’attività delle aziende comunali: cominciano per esempio ad arrivare le prime spazzatrici, visto che l’Amia non ne ha lasciata nemmeno una. Forse è bene ricordare che la Rap gestisce, in modo definitivo e formale, il servizio di igiene ambientale da nemmeno un anno e ha impiegato questi 12 mesi per riorganizzarsi ma anche per acquistare mezzi inesistenti: entro luglio entreranno in funzione 35 nuovi autocompattatori e sono stati acquistati gli arredi per piazze, parchi e giardini. Avrete fatto caso al fatto che non facciamo più ricorso alle fioriere per le zone pedonalizzate, ma abbiamo gli arredi adatti. Il riconoscimento Unesco ci spinge a proseguire su una strada già intrapresa. Per quanto riguarda la movida, abbiamo effettuato un intervento duro a piazza Magione ed è adesso partita l’ordinanza per l’intera città: in nessuna parte del mondo si consente l’amplificazione all’aperto di notte senza regolamentazione. Se qualcuno lo vuole fare, faccia musica dal vivo con i tanti musicisti palermitani: la musica dal vivo e entro orari fissati è compatibile con le aspettative e i diritti di cittadini, turisti e residenti. Non possiamo pensare di attirare le persone facendole poi scappare. Una cittadina mi ha detto di aver recuperato, con tanta passione e tanti sacrifici, un appartamento in centro storico; ha chiesto di incontrarmi e mi ha mostrato le fatture degli alberghi in cui andava il venerdì e il sabato, per potere dormire la notte. E’ mai possibile? Se si continua così il turista non verrà più e quella signora palermitana andrà in albergo, svenderà la casa”.

Cambiamo argomento e parliamo di Gesap. Questa settimana si dovrebbe conoscere il nome del nuovo amministratore delegato…
“Aspettiamo che il collegio sindacale valuti i requisiti dei nomi indicati dall’assemblea dei soci. Inoltre, in molti non si sono accorti che abbiamo approvato un consuntivo 2014 in utile, per il secondo anno consecutivo dopo sette anni di passivo. Il voto in assemblea straordinaria? Qui non si tratta di vincere battaglie, ma di affermare un principio che vale per tutti, anche per la Gesap che grazie all’impegno dei suoi vertici ha evitato il disastro che ha riguardato l’ex presidente della Camera di Commercio coinvolgendo anche il direttore generale che e’ stato rimosso. Ho scritto una lettera alla Procura e all’Anac sulla proposta inaccettabile dei due commissari di Provincia e Camera di Commercio, di nomina regionale, che hanno proposto di abbassare i requisiti per la nomina dell’amministratore delegato: una scelta inopportuna, fatta nel momento sbagliato e nell’azienda sbagliata. Nonostante questo i Commissari hanno insistito. Pazienza: la proposta è stata bocciata. Avrebbe avuto più senso non presentarla o comunque ritirarla”.

Come prosegue la costruzione delle linee del tram?
“Dopo che la Regione avrà emanato – come assicurato – entro domani il relativo decreto, il direttore di esercizio entrerà in azione in settimana. Per il Festino avremo le opere strutturali della linea 1 del tutto completate e tra queste il nuovo ponte sull’Oreto; poi , dopo un necessario periodo di prove, si passerà alla operatività. Si vanno incastrando tutti gli elementi del percorso, che due anni fa sembrava vedere fallire definitivamente la rete tram a Palermo”.

Chiudiamo con la Regione. Che idea si è fatto dell’attuale situazione, visto che è anche presidente dell’Anci Sicilia?
“Quello che l’Anci va ripetendo da mesi è che in Sicilia siamo in uno stato di calamità istituzionale: non siamo più nella crisi finanziaria, che si risolve aggiustando i bilanci come ha fatto il comune di Palermo o la Gesap; non siamo più nella crisi economica, che si risolve promuovendo lo sviluppo come ha fatto il comune di Palermo o la Gesap; non siamo più nella crisi politica, che si risolve cambiando un assessore o la maggioranza. La Regione è oltre, è in una crisi istituzionale che ha assunto i tratti della ‘calamità istituzionale’: dopo due anni e mezzo le Province sono ancora gestite dai commissari, non c’è la legge sull’area vasta, ma pensiamo anche alla confusione nel settore dei rifiuti su cui abbiamo richiamato l’attenzione di governo nazionale, Procura e Corte dei Conti. E ancora la situazione del sistema idrico, dove basta citare la parola Aps per aver chiari gli effetti della privatizzazione, una mangiatoia per qualcuno che ha messo in pericolo posti di lavoro e servizi. L’unica presenza istituzionale in Sicilia, che non è di parte, in questi mesi è stata l’Anci che esprime i problemi e le sofferenze delle amministrazioni comunali che, qualche giorno fa, la Corte dei Conti ha ricordato essere state massacrate da governo regionale e nazionale. Durissimo ma condivisile il messaggio della Corte dei Conti che ha spiegato che la Regione, così facendo, farà fallire tutti i comuni. Palermo ha superato il dissesto e ha – dopo due anni difficilissimi – un bilancio in equilibrio, ma di questo passo saranno a rischio centinaia di comuni siciliani e alla fine anche lo stesso comune di Palermo”.

 


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