Giarre, caso “bollette telefoniche”| Assolti i 3 imputati per peculato - Live Sicilia

Giarre, caso “bollette telefoniche”| Assolti i 3 imputati per peculato

Il gup di Catania ha assolto Serena Cantale, capo di gabinetto dell’ex sindaco di Giarre Teresa Sodano, e Venerando Russo e Giuseppe Trischitta, dirigente e agente di polizia municipale.

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CATANIA – Si è concluso con tre assoluzioni il processo con rito abbreviato, davanti al gup di Catania Oscar Biondi, a carico di Serena Cantale, capo di gabinetto dell’ex sindaco di Giarre Teresa Sodano, e di Venerando Russo e Giuseppe Trischitta, rispettivamente dirigente e agente di polizia municipale nello stesso ente. Per il giudice “il fatto non è previsto dalla legge come reato”, questa la formula pronunciata in aula. Soddisfatti gli imputati e il collegio difensivo, composto dai legali Vincenzo Mellia, Pietro Granata, Giuseppe Lo Faro e Pierfrancesco Continella.

L’INCHIESTA. E’ il marzo del 2013 quando, nell’aula consiliare giarrese, Fabio Di Maria solleva il caso “bollette telefoniche”. In un’interrogazione il consigliere comunale di maggioranza chiede al dirigente dell’area finanziaria Letterio Lipari copia delle fatture delle utenze telefoniche del comune, in uso a dipendenti, assessori e consulenti, per verificare le voci insistenti su sforamenti di migliaia di euro. La polemica non passa inosservata. Trascorrono solo dieci giorni e la Guardia di finanza della Compagnia di Riposto si presenta negli uffici finanziari di via Federico II di Svevia per acquisire copia delle fatture riguardanti le utenze telefoniche comunali. Emergono una serie di telefonate compiute a parenti e amici, anche durante la notte, ma anche sms per votare a Sanremo. Molte altre telefonate anomale vengono rimborsate all’ente dal gestore, la Telecom, che se ne assume la responsabilità poiché, così dicono, causati da servizi attivati ma non previsti nel contratto. La cifra contestata, oltre 30mila l’ipotesi iniziale, si ridimensiona sensibilmente. Per la Procura di Catania alla fine gli imputati avrebbero causato un danno complessivo all’ente di 4300 euro. Contestate dall’accusa spese telefoniche pari a 2700 euro a Serena Cantale e pari a 1000 e 600 euro, invece, a Venerando Russo e Giuseppe Trischitta.

L’ACCUSA. Si apre con la richiesta di modifica del capo di imputazione, limitatamente all’arco temporale di riferimento, la requisitoria del pubblico ministero Agata Santonocito. Per l’accusa i presunti reati sarebbero stati commessi non dal 2012, ma sin dal 2011. Per il pm, oltre al danno materiale causato alla pubblica amministrazione, l’uso dell’utenza telefonica di servizio da parte dei funzionari pubblici dimostrerebbe un certo spregio per la cosa pubblica. Le richieste finali sono di condanna ad 1 anno per Serena Cantale e Venerando Russo e di assoluzione per Giuseppe Trischitta, considerando non apprezzabile il danno, pari a circa 500 euro in due anni, necessario per contestare il reato secondo i giudici della Cassazione.

LA DIFESA. E’ sulla buona fede degli imputati, e sulla mancanza quindi del dolo, che i difensori di fiducia basano le proprie arringhe. Giuseppe Trischitta, spiega il legale Giuseppe Lo Faro, era convinto di usufruire, dal gennaio del 2012, data in cui ottenne l’incarico di messo notificatore e accertatore tributario, di una tariffa che gli consentiva chiamate illimitate senza alcun aggravio per l’ente. Per questi motivi chiesta l’assoluzione perché il fatto non sussiste e non costituisce reato. Stessa conclusione per Pierfrancesco Continella, difensore di fiducia di Venerando Russo, che ha sottolineato come dalle perizie dei consulenti emergerebbero telefonate a congiunti per una somma complessiva di meno di 100 euro. Tutte le altre, invece, sarebbero state fatte per ragioni di servizio. Infine gli avvocati Pietro Granata e Vincenzo Mellia hanno chiesto l’assoluzione anche per Serena Cantale, sottolineando come la propria assistita credesse di non arrecare alcun danno all’ente, essendo convinta di usufruire anche lei di una tariffa a costo fisso. I 77 sms inviati a Sanremo, invece, sarebbero frutto dell’attivazione da parte della Telecom di un servizio mai richiesto.

 


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