"Economia, dati pessimi| Serve una strategia" - Live Sicilia

“Economia, dati pessimi| Serve una strategia”

Disoccupazione in aumento, meno imprese, 46mila posti persi negli ultimi 4 anni e un trend che si conferma in negativo. Sono numeri sconfortati quelli diffusi dalla Cisl e che riguardano Palermo.

PALERMO – Disoccupazione in aumento, meno imprese, 46mila posti persi negli ultimi 4 anni e un trend che si conferma in negativo. Sono numeri sconfortati quelli diffusi dalla Cisl e che riguardano Palermo. Una città sempre più in sofferenza, come dimostra la disoccupazione giovanile che in un anno è aumentata di 3 punti percentuali, toccando quasi quota 60%, con un tasso di scoraggiati che ariva al 78,1%. In calo anche il dato delle imprese, 77.209 in tutto il capoluogo, con una riduzione del 2% nell’ultimo anno ma che sia aggiunge al -22% degli ultimi due anni. Dati che, confermano, secondo la Cisl Palermo Trapani, la mancanza di una reale “programmazione nel breve e nel lungo periodo, responsabilità della politica e delle istituzioni, per non avere guardato allo sviluppo e alla crescita duratura del territorio, per avere fondato sull’uso clientelare della spesa pubblica il proprio agire quotidiano”, ha commentato Daniela De Luca, segretario Cisl Palermo Trapani, aprendo i lavori dell’assemblea organizzativa del sindacato “verso le periferie” che si svolge all’hotel La Torre. Un incontro al quale hanno preso parte circa 300 fra quadri dirigenti, delegati, Rsa e Rsu, attivisti e operatori a tempo pieno delle due città, che ha l’obiettivo di proseguire e rafforzare il percorso del sindacato mirato all’apertura nei confronti dei giovani, al decentramento, ad una maggiore presenza nei luoghi di lavoro e nelle periferie.

“Decentramento e partecipazione sono le parole d’ordine – ha spiegato De Luca – i nostri dirigenti saranno sempre più presenti nei luoghi di lavoro e nelle periferie, nei territori in difficoltà, tutto per avvicinarci sempre di più alle esigenze dei lavoratori, disoccupati, giovani, pensionati. Lo faremo collaborando con tutte le altre realtà sociali e sollecitando le amministrazioni comunali a partire dai capoluoghi Palermo e Trapani e la Regione, laddove di sua competenza, affinché mettano in campo interventi reali e concreti per il rilancio”.

Cresce il ricorso agli ammortizzatori. I lavoratori in cig nel 2014 sono stati a Palermo oltre 7 mila (6.832.961 le ore autorizzate di cig in deroga, oltre un milione e 600 mila le ore di cig ordinaria, alto anche il dato della cigs con 6.227.859 ore). Nel capoluogo siciliano la mobilità ha riguardato 2.455 lavoratori. Negli ultimi quattro anni la crisi nera ha colpito i territori con 46 mila posti persi nel capoluogo siciliano. Non gode di buona salute nemmeno il turismo, flussi in calo a Palermo nel 2014 del 3,1 %. Una delle conseguenze della crisi è la fuga dalle città, come evidenzia il dato dello Svimez che vede Palermo prima nella classifica delle città più colpite dal fenomeno delle migrazioni dei suoi cittadini. La previsione 2010/2050 per Palermo è di -152 mila.

“Il territorio è in sofferenza – ha ribadito nella sua analisi De Luca – la profonda crisi del settore edile, nel quale sono stati persi 6 mila posti di lavoro a Palermo negli ultimi anni, 5 mila a Trapani, l’eterna vicenda dei precari del settore pubblico, il commercio che annaspa, colpito dall’abbattimento dei consumi nel territorio che registra i redditi più bassi del Paese. Nessun settore si può dire al riparo”. Bassa la densità imprenditoriale (quote imprese attive su quota popolazione), a Palermo appena lo 0,84. Le imprese sono 77.209 , gli occupati 311.571 (24 per cento tasso di occupazione).

Timidi segnali di recupero emergono dagli artigiani, il quadro di nati/mortalità delle pmi negli ultimi mesi, riporta per Palermo + 0,28% con un tasso di attività del 38% per le oltre 14 mila imprese registrate. E nonostante le tante pensioni al minimo (65 mila a Palermo percepiscono un importo medio che si aggira attorno a 503,23 euro, sotto la soglia di povertà), si mantiene bassa la spesa destinata agli interventi sociali e ai servizi, 86 euro procapite a Palermo, rispetto ai 159 di Milano. Soffre il commercio, chiudono negozi storici e grandi centri, faticano gli alberghi. Pesa poi la perenne precarietà dei call center, sempre sul filo, per un settore che nel capoluogo occupa oltre 8 mila persone.

“Da città affamate di lavoro, non possiamo che chiedere al governo nazionale di dimostrare nei fatti l’attenzione al Mezzogiorno, ed intervenire direttamente se è il caso nelle vertenze alle quali la Regione tarda a dare risposte”.

Fra le vertenze simbolo, il cantiere navale di Palermo, dove si attende ancora la costruzione dei bacino da 80 mila tonnellate per il quale è giunto il via libera dell’Ars all’utilizzo dei 50 milioni di euro di fondi regionali. L’ex Fiat, per la quale i circa mille lavoratori fra indotto ed ex casa torinese, attendono l’esito dell’incontro di domani al Mise sulla solidità del piano Blutec, Ansaldo Breda fuori dal piano di vendita del gruppo. “Sull’ultimo accordo che salva gli operai di Carini , siamo soddisfatti della salvaguardia dei lavoratori ma ciò che appare evidente è la mancanza di una visione industriale che riporti al centro la metalmeccanica nella nostra città”.

De Luca ha concluso il suo intervento ribadendo che “è necessario rimettere al centro i temi del risanamento, della riqualificazione della spesa, del lavoro e dello sviluppo, con una governance interistituzionale forte e condivisa, che tiri fuori dalle sabbie mobili i livelli locali di governo, e con un concreto, indispensabile confronto con le parti sociali, fuori dalla liturgia e dentro alle questioni, con proposte precise e forti”.

 

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI