Bilancio pallido, bus vecchi, pochi autisti | L'Amat soffre in attesa di Ztl e tram - Live Sicilia

Bilancio pallido, bus vecchi, pochi autisti | L’Amat soffre in attesa di Ztl e tram

L'azienda trasporti nel 2014 ha chiuso con utili per appena 76mila euro. I dipendenti sono troppo anziani per guidare: in 122 hanno tra i 59 e i 66 anni e un centinaio andranno in pensione a breve, senza essere rimpiazzati. Un mezzo su 5 presenta ogni giorno avarie. Per ridare ossigeno ai conti si aspettano le gestioni del tram e della Ztl che da sola vale 28 milioni.

PALERMO – Autobus vecchi, trasferimenti di fondi regionali in perenne ritardo, tagli, meno linee, tanti portoghesi e un utile di appena 70 mila euro: non è delle più rosee la situazione economica dell’Amat, la partecipata del comune di Palermo che si occupa del trasporto pubblico locale. Un’azienda che, se da un lato si appresta a gestire il tram, il bike sharing e la Ztl, sommando questi nuovi servizi al già avviato car sharing, dall’altro deve fare i conti con un bilancio che non è dei più floridi e un parco mezzi da rinnovare profondamente.

Incassati l’accordo con i sindacati sui nuovi turni e il nuovo contratto di servizio con il Comune, approvato per ora solo in giunta, ma che potenzialmente vale la certezza di gestire il tram, l’azienda di via Roccazzo oscilla tra segnali positivi e segnali negativi, alternando le speranze per il futuro alle incertezze del presente.

Partiamo dai dati che possono far sorridere i vertici dell’Amat. Su tutti il nuovo contratto di servizio, che significa gestione del tram: il piano industriale approvato in giunta prevede da subito una costante perdita (15 milioni di costi contro 5,5 di ricavi), ma bisogna considerare che i chilometri percorsi consentiranno di raggiungere gli obiettivi necessari per i contributi regionali e che i passeggeri dovrebbero aumentare gradualmente. L’avvio dei treni bianchi consentirà, inoltre, di spostare altrove degli autobus, che sono sempre di meno e sempre più vecchi (18 mezzi nuovi sono arrivati da poco ed è partita la gara per ulteriori 18; altri 87 saranno acquistati con il Pon Metro).

C’è poi l’accordo con i sindacati per rimodulare i turni dei mezzi, garantendo più corse durante il giorno, per non parlare del progetto Ztl che, nelle intenzioni di via Roccazzo, dovrebbe portare in cassa 28 milioni di utili, necessari a compensare i sempre meno consistenti trasferimenti pubblici. Capitolo a parte meritano il bike sharing, ormai pronto a decollare, e il car sharing che dovrebbe estendersi fino a Caltanissetta. Il piano industriale prevede anche strisce blu tutte a un euro. Sono state inoltre aggiudicate le gare per la costruzione di due distributori a metano, che eviteranno code e ritardi presso quelli privati.

Andiamo ora alle note dolenti. Palermo è tutt’altro che una città facile, anche per quanto riguarda la mobilità: mezzo milione di auto in circolazione, otto cittadini su 10 che usano il mezzo privato, aree pedonali scarsamente rispettate con il poco invidiabile primato di pedoni investiti mortalmente, un uso della bici marginalizzato. Ma la vera emergenza è rappresentata dai conti della società: i corrispettivi sono calati di 33 milioni, non solo quelli comunali che non sono stati versati del tutto (i crediti al 2014 ammontano a 66,5 milioni), ma anche quelli regionali (con la Regione che deve ancora versare 55 milioni). L’utile del 2014 arriva ad appena 76mila euro, ma se si considerano i nuovi tagli il segno è pesantemente negativo.

L’azienda ha dipendenti troppo anziani per guidare gli autobus (in 122 hanno tra i 59 e i 66 anni e un centinaio andranno in pensione a breve, senza essere rimpiazzati) e altri 55 saranno impiegati per la guida dei convogli del tram; i mezzi sono pochi e vecchi (un quinto presenta ogni giorno avarie) e le linee troppo estese rispetto alle reali possibilità. Secondo i nuovi piani, le linee scenderanno da 87 a 52 con 500 operatori, le vetture saranno 200 durante il giorno nel perdio invernale, oltre a 7 servizi notturni e 8 navette in centro storico, ospedali e cimiteri. L’obiettivo chilometrico sarà raggiunto, ma solo grazie al tram.

Nel rapporto tra chilometri percorsi e addetti, Palermo è in fondo alla classifica con Napoli, facendo peggio di Torino, Bologna o Milano. Palermo nel 2011 contava su 522 mezzi, praticamente meno della metà di Bologna, ma anche meno di Napoli, Genova e Cagliari. Sono meno anche gli addetti, così come i chilometri percorsi: se Amat con 1.816 addetti faceva 17,6 milioni di chilometri, Bologna con 2.159 ne garantiva 37,2, così come Cagliari 38,4 con 2.122 addetti. Male anche i passeggeri. Andando ai ricavi da traffico per addetto, Palermo fa peggio di tutti: 6.772 euro contro i 9.873 di Cagliari, i 18.895 di Torino, i 24.973 di Genova, i 26.681 di Bologna e i 35.82 di Milano. Va malissimo se si guarda al resto d’Europa.

I debiti per 50 milioni con i fornitori, le banche e il fisco, l’iva da pagare sulle fatture per la costruzione del tram, contenziosi milionari su tributi comunali, decremento del valore della produzione del 10%, calo del 5% del numero dei biglietti venduti, con un saldo negativo di 3,3 milioni rispetto all’anno scorso, completano un quadro tutt’altro che roseo.


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