Droga nella movida gelese | Scattano dieci arresti - Live Sicilia

Droga nella movida gelese | Scattano dieci arresti

Fermato il presunto nuovo reggente degli Emmanuello. Stupefacenti da Palermo e Catania VIDEO FOTO

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GELA (CALTANISSETTA) – Dal carcere in cui per è stato rinchiuso per otto anni non ha mai smesso di sognare di diventare un uomo d’onore di primo piano del suo clan. E conquistata la libertà nel maggio 2011 si era subito “messo a lavoro” per riorganizzare il clan: Gianluca Pellegrino, appartenente al gruppo Emmanuello di Cosa nostra a Gela, dopo aver lasciato le sbarre aveva ripreso con la sua attività criminale. Droga, danneggiamenti, estorsioni ai danni di commercianti gelesi. Una vera e propria rete criminale armata, nata sotto il suo comando, quella scoperta dalla Mobile di Caltanissetta, che questa notte lo ha rispedito in carcere, assieme ad altri suoi nove ‘collaboratori’, nell’ambito dell’operazione “Falco”.

L’accusa è di associazione di tipo mafiosa armata, dedita al traffico di sostanza stupefacente ed alle estorsioni. Nelle telefonate la droga veniva chiamata “palloncini” o “birra”. In arresto sono finiti anche Alessandro Emanuele Pellegrino di 26 anni; Giombattista Campo, inteso Gianni di 50; Pietro Caruso detto Piero di 32; Emanuele Farci inteso Nele di 37 anni; Orazio Tosto di 23 anni; Angelo Famao, di 28 anni; Jonny Cavallo di 24 e Guido Legname di 21: per loro il gip ha concesso i domiciliari. Obbligo di firma per Rosario “Saro” Perna di 35 anni; Gabriele Macchiarella di 36; Loreto Saverino di 41; Francesco Cuntrò di 48 anni, Angelo Scialabba di 39 e Nunzio Alabiso detto Nuccio di 37 anni. (Guarda le foto degli arrestati) Tra loro anche Giuseppe Di Noto, 24 anni, al momento irrintracciabile.

Tutti, a vario titolo, erano incaricati del trasporto, del confezionamento e dello spaccio della sostanza stupefacente che finiva nel fiorente mercato di Gela. La droga, hashish, marijuana e cocaina veniva acquistata con costante frequenza a Catania e a Palermo. A gestire il traffico con gli incaricati della vendita al dettaglio (Jonny Cavallo, Guido Legname, Giuseppe Di Noto, Emanuele Farci e Pietro Caruso) erano i “colonnelli” di Gianluca Pellegrino: Gianni Campo, Angelo Famao e Orazio Tosto. I tre custodivano e predisponevano in dosi la sostanza e tenevano anche i contatti con i fornitori: Angelo Scialabba e Francesco Cuntrò erano i canali rispettivamente su Palermo e Catania.

La droga circolava negli ambienti della movida gelese, soprattutto nelle ore notturne: a controllare che le fasi dello spaccio procedessero nel migliore dei modi ci pensavano Pellegrino e i suoi sodali più stretti che come “guardie” presidiavano le piazze frequentate dai giovani. Non sapevano che a “spiarli” c’era anche la polizia che ha registrato 23 episodi di cessione di droga. Nel corso delle perquisizioni gli agenti hanno rinvenuto nello scarico fognario dell’appartamento in cui Gianni Campo vive con la famiglia alcuni grammi di cocaina, di cui era riuscito a disfarsi il figlio poco prima dell’irruzione, gettandolo nel water; sequestrati anche 8000 mila euro in contanti al reggente Gianluca Pellegrino, uno scacciacani e dosi marijuana e hashish al fratello Alessandro ed un bilancino di precisione e il materiale occorrente per predisporre il confezionamento della droga a Guido Legname.

Gli inquirenti, durante le indagini svolte dalla Mobile di Caltanissetta diretta da Marzi Giustolisi e dal commissariato di polizia, guidato da Francesco Marino, si sono avvalsi delle dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia. Al fianco della questura siciliana, hanno collaborato le squadre mobili di e Torino. Le ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state emesse dal Gip presso il tribunale di Caltanissetta Alessandra Bonaventura su richiesta della Dda nissena presso la procura della Repubblica.


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