Casteldaccia, avviso di garanzia per l'omicidio colposo dei 5 operai

Strage di Casteldaccia: c’è un indagato per la morte dei cinque operai

Nelle prossime ore le autopsie sulle vittime

PALERMO – Al momento c’è un solo indagato per la strage di Casteldaccia. Un avviso di garanzia per omicidio colposo plurimo è stato notificato in queste ore dai poliziotti della squadra mobile di Palermo ad Nicolò Di Salvo, uno dei titolari della “Quadrifoglio group” di Partinico. Altri se ne aggiungeranno a breve.

L’avviso di garanzia è firmato dal procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio e dal sostituto Elvira Cuti. Il giorno della tragedia Di Salvo si trovava negli Stati Uniti. Un atto dovuto in vista degli accertamenti tecnici irripetibili.

Ai familiari dei cinque operai morti è stato comunicato che oggi giovedì 9 maggio, saranno eseguite le autopsie all’ufficio di Medicina legale del Policlinico di Palermo. Gli esami sono affidati ai medici legali Stefania Zerbo, Ginevra Malta, Erika Serena Sorrentino e Tommaso D’Anna.

Non nomineremo un nostro consulente, ci fidiamo della professionalità di quello nominato dal pubblico ministero”, spiega l’avvocato Bartolomeo Parrino che assiste i familiari di una delle vittime, il partinicese Ignazio Giordano. Gli altri familiari delle vittime sono rappresentati dagli avvocati dello Studio 3A Valore, dagli avvocati Sebastiano D’Angelo, Giuseppe Emanuele Greco, Ornella Maria Cialona.

Nell’impianto di sollevamento delle acque nere hanno trovato la morte Epifanio Alsazia, 71 anni, contitolare della Quadrifoglio Group, gli operai dell’impresa Ignazio Giordano, 57 anni, Giuseppe Miraglia, 47 anni, Roberto Raneri, 51 anni; Giuseppe La Barbera, 26 anni (lavoratore interinale dell’Amap).

Sarebbero scesi nella vasca di sollevamentolocale dove non erano autorizzati a lavorare – perché non riuscivano a liberare la rete fognaria da un’ostruzione. All’improvviso sarebbe saltato il tappo e sarebbero stati investiti dal gas killer sprigionato dai liquami.

La Quadrifoglio era intervenuta in subappalto. Gli operai non avevano le attrezzature necessarie. Né maschere, né strumenti per rilevare la presenza di gas. E neppure le competenze professionali necessarie. Potevano e dovevano soltanto fare uno spurgo dai tombini sulla sede stradale.


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