Centrodestra, quo vadis? | Adunata a Catania - Live Sicilia

Centrodestra, quo vadis? | Adunata a Catania

In attesa del referendum, la coalizione serra le fila: ecco i risultati della kermesse etnea.

<p>Il giornalista Accursio Sabella e l'eurodeputato Salvo Pogliese.</p>

CATANIA. La notizia politica di questa domenica è il ritorno dell’Udc (versante Lorenza Cesa) nell’alveo del centrodestra siciliano. Succede infatti che Ester Bonafede, il vicecommissario regionale dello scudocrociato, interviene a Muovitalia, la kermesse nazionale della Forza Italia area Matteoli-Catanoso-Pogliese, per discutere di coalizione. E se il tema da sezionare, assieme ai leader dell’ex Polo, è “Oltre il fallimento di Crocetta e Raggi: Un’alleanza di centrodestra per la Sicilia”, la questione si fa più geografica che altro. Soprattutto se nello stesso giorno a Catania c’è Pierferdinando Casini a manifestare sul fronte del Sì. “La segreteria nazionale del partito mi ha chiesto di essere qui – ha detto la Bonafede a LiveSicilia –, la stessa segreteria che ha preso una posizione chiara sul referendum. Al governo avevamo chiesto una riforma che migliorasse la Carta, e la ridiscussione dell’Italicum, cose che non sono mai avvenute. Questo dovrebbe bastare a spiegare la mia presenza”, aggiunge.

“Allargare la casa dei moderati”, questo è l’obiettivo del’Udc di Cesa. Intanto ci sono da ricomporre i cocci di un centrodestra che, stando ai numeri, nel 2012 ha consegnato la Regione nelle mani di Rosario Crocetta. Fa mea culpa Gianfranco Micciché: “Ho sbagliato a candidarmi presidente, una scelta che ho pagato personalmente”. E tra la cenere in testa e qualche sassolino da levare, definisce Alfano in malo modo. Ma la corsa al centro sembra l’unica strategia che Forza Italia sia in grado di proporre al grande publico. La pensa così Altero Matteoli, che boccia l’ipotesi sia regionale che nazionale di un destra-centro: “Soltanto se uniti e con una coalizione guidata da Forza Italia possiamo vincere”. Storce il naso Angelo Attaguile, segretario nazionale di Noi con Salvini: “Senza un programma e una idea chiara sull’Europa, non si va da nessuna parte”. Sembra un aut aut, ma il linguaggio del leader neoleghista punta più alla mediazione che alla rottura, in coerenza con la propria formazione Dc. Per il meloniano Sandro Pappalardo, coordinatore regionale di FdI, l’obiettivo e limitare l’ascesa dei cinque stelle: “Non hanno capito che non stati eletti per governare e non per controllare”.

Insomma, chi si aspettava oggi di conoscere il nome del prossimo candidato presidente del centrodestra siciliano, se n’è andato con l’amaro in bocca. “Se si fosse discusso di questo, non mi sarei seduto: non è nel mio stile parlare di me”, ha detto Nello Musumeci. La questione, infatti, è un’altra: chiarire quali siano in confini della coalizione: “Chi sta con noi, non può stare con Crocetta. Punto. Non è un bordello”. Una condizione che Saverio Romano ha ascoltato a braccia conserte. Tra i popolari del centrodestra, la sua è infatti una posizione che sfida i possibili alleati della futura coalizione alternativa al centrosinistra. A partire dal referendum, la cui linea è in favore del sì. Nessuna paura però, in zona Mpa, Pippo Reina resta in linea con le battaglie di sempre: “Lo Statuto siciliano resta inapplicato”. Di certo c’è che prima del 5 dicembre e dei risultati referendari, in agenda non è previsto alcun dibattito sul dna della coalizione. Intanto Salvo Pogliese gongola e si compiace del fatto che Rosario Crocetta abbia ricevuto la medaglia d’oro nella classifica di s-gradimento di La7.


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