“Liquidate altre pensioni fasulle” | Inps, nuova condanna a ex dirigente - Live Sicilia

“Liquidate altre pensioni fasulle” | Inps, nuova condanna a ex dirigente

Simone Saputo era già stato condannato a restituire 1,7 milioni per 39 assegni illegittimi. A questi, si aggiungono altri 284mila euro

Corte dei conti
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PALERMO – I guai per lui sono iniziati con un paradosso. La denuncia di una signora, cioè, che si era vista recapitare una pensione che non le spettava. “Quei soldi non sono miei” avrebbe sostanzialmente affermato l’ignara “pensionata”. Un’impiegata dell’Inpdap, in realtà, che aveva ricevuto quel certificato di pensione pur essendo ancora regolarmente in servizio. La denuncia avviò una serie di accertamenti e controlli che fecero venire a galla l’esistenza di trentanove pensioni fantasma tutte erogate dallo stesso computer.

L’inchiesta portò agli arresti, tra gli altri, di Simone Saputo, ex dirigente Inps accusato di aver materialmente liquidato 39 pensioni illegittime tra il 2006 e il 2011. Saputo aveva fatto ricorso in appello contro la sentenza di primo grado, sostenendo che qualcuno gli avesse rubato l’identità informatica per liquidare le pensioni incriminate.

Nel 2011 il dirigente fu quindi anche arrestato e licenziato in tronco con le accuse di truffa aggravata, frode informatica e falso in atti pubblici. Oltre alla vicenda penale, però, per Saputo è scattata quella contabile che ha portato, già nel 2014 a una pesante condanna: la restituzione di 1,7 milioni di euro per quelle 39 pensioni illegittime.

Ma non è finita qui. Perché nel frattempo, l’Inps ha presentato una denuncia “integrativa”. Dopo una indagine interna, infatti, l’Istituto per la previdenza sociale ha scoperto altre 14 pensioni “dubbie” che sarebbero state erogate dallo stesos Saputo e anche stavolta garantite a chi non aveva ancora i requisiti minimi per ottenerle. In qualche caso, ecco saltare fuori pensioni di reversibilità ai coniugi, nonostante il defunto non avesse alcuna contribuzione, o un servizio militare mai effettuato ma utile a raggiungere i requisiti pensionistici. Il danno contestato ammonta a quasi un milione e mezzo.

Insomma, piove sul bagnato per l’ex dirigente. Che però, alla fine, ha ricevuto dalla Sezione giurisdizionale della Corte dei conti un grosso sconto. Di quella cifra, infatti, Saputo dovrà restituire poco meno di un quinto: 284 mila euro. Come è possibile? Molte di quelle pensioni illegittime, infatti, sarebbero state assegnate nel 2009. Metà del danno complessivo quindi, già nel 2014 era prescritto. Inoltre, all’ex dirigente è stata riconosciuta la “colpa grave”, ma non il dolo. E ancora, la “attenuante” più insolita: “il disordine organizzativo -si legge nella sentenza della Sezione giurisdizionale della Corte dei conti – allora esistente all’interno dell’Inps. Prova ne sia la circostanza che, successivamente ai fatti contestati, l’Istituto previdenziale abbia modificato il sistema di liquidazione delle prestazioni pensionistiche, introducendo controlli più accurati che prevedono l’invio di una mail al dirigente della sede, per ogni variazione contributiva inserita a sistema”. Insomma, all’Inps regnava il caos. Ed era quindi più facile cadere in errore: per questo, le somme da risarcire sono state ulteriormente ridotte del 50 per cento.

Insomma, del milione e mezzo, più della metà è stato prescritto, mentre la restante parte è stata ridotta della metà: da lì si arriva ai 284 mila euro. Che si aggiungono a quelli per i quali era già stato condannato l’ex dirigente di Inps. Il danno definitivo, quindi, per le oltre 50 pensioni illegittime, è di quasi due milioni di euro.


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