PALERMO – C’era persino la firma del magistrato. Il fantomatico Giovanni Casella della sezione fallimentare del Tribunale dava il via libera all’asta giudiziaria per la vendita di un immobile. Immobile che Giorgio Girgenti vendeva incassando parte dei soldi in contanti e parte in assegni. Non erano piccole cifre, visto che in un caso sarebbe riuscito a farsi consegnare 420 mila euro dall’acquirente. Girgenti è indagato per truffa. Nel frattempo, però, ha reso dichiarazioni ai carabinieri. Tira in ballo i mafiosi di Santa Maria del Gesù, compreso l’ex direttore di sala del Teatro Massimo, Alfredo Giordano, a cui attribuisce la colpa dei suoi guai giudiziari. Si sarebbe rivolto a Giordano per un prestito ad usura che non sarebbe riuscito a onorare, nonostante la minaccia mafiosa.
Chi è davvero Girgenti? Le notizie sul suo conto si apprendono da due indagini separate. Nella prima l’uomo è indagato per avere truffato una sfilza di clienti a cui prometteva in vendita immobili a prezzi vantaggiosi. Una decina le persone gabbate, che però avrebbero deciso di non denunciare la truffa. E poi ci sono le dichiarazioni inserite nel fascicolo del processo nato dall’inchiesta “Brasca” sulla mafia di Santa Maria di Gesù. I verbali di Girgenti descrivono un vorticoso giro di compravendita di immobili. Nelle sue dichiarazioni fanno capolino imprenditori, assicuratori, architetti, farmacisti e pure un giornalista. Girgenti ha riferito di avere subito minacce per chiudere alcuni affari. Probabilmente sono gli stessi per cui è finito sotto inchiesta. La truffa degli immobili si sarebbe ripetuta più volte. Fantomatico era il nome del giudice Casella, falsa la carta intestata del Tribunale e la firma del magistrato, fittizio il numero di ruolo della procedura. L’unica cosa vera erano i soldi. Un milione di euro incassati e spariti nel nulla.