Le notti insonni di Grasso |"Ecco perché ho detto di no" - Live Sicilia

Le notti insonni di Grasso |”Ecco perché ho detto di no”

Pietro Grasso con Salvo Toscano a Castelbuono

Il presidente del Senato spiega (davanti a Crocetta) le ragioni per cui ha deciso di non candidarsi

REGIONALI IN SICILIA
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PALERMO – Davanti a una folla di centinaia di persone, Pietro Grasso per la prima volta in un evento pubblico, spiega nel dettaglio la sua scelta di non candidarsi a presidente della Regione. L’occasione è quella del Castelbuono Jazz Festival, dove il presidente del Senato ha presentato il suo ultimo libro. Intervistato da Salvo Toscano di Livesicilia, Grasso ha risposto alla domanda sulla sua mancata candidatura a Palazzo d’Orleans, auspicata e sollecitata dal Pd e dal centrosinistra. In prima fila ad ascoltarlo c’era anche il presidente della Regione Rosario Crocetta. “Ho spiegato che i miei doveri istituzionali mi impedivano in questo momento di accettare. Il presidente del Senato ha anche un ruolo di supplenza del Presidente della Repubblica, io sono stato anche Capo dello Stato nella transizione tra il presidente Napolitano e il presidente Mattarella. Se avessi accettato la candidatura avrei dovuto immediatamente dimettermi, e in questa situazione delicata anche l’elezione di un nuovo presidente del Senato sarebbe stato un rischio per la stabilità, e ci sono dei passaggi delicati e importanti per l’Italia, e quindi per la Sicilia, che devo portare a termine. Ci sarà una legge di stabilità da approvare, con la situazione ben nota della maggioranza al Senato, oltre ad altre leggi importanti che mi stanno molto a cuore. Penso ai temi dei diritti civili, alla legge sulla cittadinanza, al biotestamento, ma anche la riforma del processo civile e fallimentare e la protezione di chi segnala fatti di corruzione all’interno della pubblica amministrazione (il cosiddetto whistleblowing), e ho ancora la speranza che si possa lavorare sulla legge elettorale. E poi la riforma del regolamento del Senato che permetterà di renderne più rapido il funzionamento. Inoltre c’è da portare a termine il lavoro di avvio dell’ufficio che ho voluto per valutare l’impatto effettivo della legislazione sul Paese e il suo stato di attuazione. Per la prima volta un’istituzione, con metodo scientifico e la collaborazione di docenti universitari, sta valutando l’impatto delle leggi, in modo da mettere in risalto efficienze e lacune, e dare modo al legislatore di correggere il tiro con maggiore consapevolezza. Dalle reazioni che stanno avendo i primi dossier credo sia uno strumento utile e che proseguirà anche nelle prossime legislature, un lascito di cui sono orgoglioso”.

Eppure, il dilemma c’è stato. Ed è durato qualche giorno, confessa il presidente. “Sì, mia moglie qui può confermare che non ci ho dormito per diverse notti. È stato quando sembrava che si stessero creando le condizioni per una fine anticipata della legislatura, in quel caso io mi sarei sentito libero. Ma non è andata così e il rispetto per i miei doveri istituzionali mi ha imposto questa decisione. Non è stato per vigliaccheria o per sfuggire dalle responsabilità, ho sempre accettato le sfide nella mia vita. E magari in futuro potrò essere disponibile per la mia Sicilia che continuo a volere libera da prevaricazioni e privilegi”.


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