Un ospedale chiamato deserto | Ma qualcosa sta cambiando - Live Sicilia

Un ospedale chiamato deserto | Ma qualcosa sta cambiando

Dopo una lunga attesa, forse l'inaugurazione si avvicina.

RAGUSA– Sono passati quasi dodici anni dal 12 novembre 2005, quando l’ex ministro della Salute Francesco Storace, e il presidente della Regione Sicilia, Totò Cuffaro, parteciparono alla posa della prima pietra di quello che nell’aprile 2008 – da cronoprogramma iniziale – sarebbe diventato il nuovo polo ospedaliero di Ragusa. Il tempo, in questo caso, non è stato affatto galantuomo. La tabella di marcia, oltre a non essere rispettata, è stata addirittura stravolta. Attualmente il nuovo ospedale “Giovanni Paolo II” giace desolato in contrada Puntarazzi – qualche chilometro fuori dal centro abitato – in attesa di capire quale sarà il suo futuro.

Il finanziamento iniziale dell’opera era di 47 milioni di euro. Durante quella cerimonia, cui parteciparono anche l’ex assessore regionale alla Sanità, Giovanni Pistorio, l’ex presidente della provincia Franco Antoci e i manager della sanità ragusana dell’epoca, venne firmata simbolicamente una pergamena a testimonianza di un momento solenne e di un impegno da rispettare: “La volontà vince sempre – spiegò Storace –. Questa è la fine di una lunga peregrinazione burocratica”. Non sapeva che da lì a poco ne sarebbe cominciata un’altra. Molto più lunga.

Il N.O.R. (acronimo di Nuovo Ospedale di Ragusa) è un nosocomio di ultima generazione. Con una tecnologia all’avanguardia. Ma in cui le batterie delle lampade d’emergenza sono già “vecchie” (oltre che inutilizzate). Scherzi di un destino crudele, che ha trasformato l’apertura del monoblocco in una farsa. I lavori furono consegnati per la prima volta nel 2011: incompleti. Mancavano sale operatorie, terapia intensiva e i parcheggi all’esterno. Molti collaudi non erano stati fatti, ad esempio quello dell’impianto termico; ma i soldi, quelli sì, erano stati spesi tutti.

Sono passati governi, sono scomparse province, sono saltati manager: ma niente. Fino al giugno scorso, quando l’ex commissario dell’Asp 7, Maurizio Aricò, annunciò in pompa magna il trasferimento di alcuni reparti dagli ospedali “Civile” e “Maria Paternò Arezzo” al “Giovanni Paolo II”: il 20 giugno sarebbe toccato a Ortopedia, Chirurgia, Anestesia e Rianimazione, gli altri a seguire. Con i vecchi ospedali – e pronto soccorso annessi – quasi smantellati, si era deciso di inaugurare la nuova struttura il 26 giugno. Ma il 24 del mese, con pochissime ore di preavviso, ecco il nuovo stop: “Non intendo inaugurare scatole vuote, non è nel mio stile” spiego Aricò. Alcuni “impegni non programmati”, come li definì il manager, fecero slittare tutto.

Pochi giorni dopo il motivo divenne palese: su input della Procura di Ragusa, la Guardia di Finanza pose sotto sequestro due sale operatorie, il blocco parto, i locali dell’unità di terapia intensiva e coronarica e della rianimazione del nuovo ospedale. Il provvedimento, emesso “a tutela della salute pubblica”, fu motivato dalla “necessità, avendo riscontrato ed accertato una difformità di funzionamento negli impianti di climatizzazione annessi alle suddette sale medicali, di prevenire situazioni di pericolo per l’incolumità degli utenti del nuovo ospedale”. Aricò, assieme a un paio di dirigenti, venne iscritto nel registro degli indagati. Furono i giorni del suo trasferimento a Palermo, come nuovo commissario di Villa Sofia.

L’11 luglio la Guardia di Finanza rimuove i sigilli dando seguito alla decisione del giudice. L’8 agosto si insedia il nuovo commissario dell’Asp 7, Salvatore Ficarra, che rimette sul tavolo la questione. E qualcosa effettivamente si è mosso. Nel corso di una conferenza stampa convocata ieri, Ficarra ha annunciato che “manca solo un passaggio con i vigili del fuoco, poi contiamo entro dieci giorni di insediare il laboratorio analisi nel nuovo ospedale. A ruota, sempre previa verifica, la farmacia”. Ficarra ha spiegato che i tecnici incaricati stanno eseguendo un “lavoro da anatomopatologi, sezionando l’ospedale nuovo e valutando, a step, cosa occorre completare”. Vanno sistemati alcuni ascensori e le unità di trattamento dell’aria. I primi reparti ad essere trasferiti saranno quelli del “Maria Paternò Arezzo” di Ragusa Ibla, cioè il polo materno-infantile. Il Nuovo Ospedale di Ragusa potrebbe essere inaugurato entro la fine dell’anno.

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