"Ti ricordiamo con immenso affetto" | L'amore di Sergio per Marisa - Live Sicilia

“Ti ricordiamo con immenso affetto” | L’amore di Sergio per Marisa

Il necrologio del Presidente della Repubblica per la moglie scomparsa. Chi era Marisa Chiazzese.

“Nel sesto anniversario della morte di Marisa Mattarella Chiazzese, il marito, i figli e i nipoti la ricordano con immenso affetto”. Pagina quindici del ‘Giornale di Sicilia’, sezione necrologie. Così, oggi, il presidente della Repubblica, il palermitano Sergio Mattarella, ha voluto celebrare – come sempre, con la sua famiglia – la scomparsa della donna che non ha mai smesso di amare.

Marisa e Sergio, lui, con lei, non ancora presidente, lei che non è diventata la moglie di un presidente. Del loro cammino insieme esistono poche tracce, ma portano tutte a un legame che nemmeno la fine del suo tempo ha distrutto. Notizie rade, poche immagini. Una vecchia foto sbuca dagli archivi del web. Lui, con quell’aria immancabilmente professorale che non l’abbandona mai. Lei che gli sta accanto. Una donna normale, per un amore che si immagina grande. E normalissimo.

La ricerca della normalità: ecco il verosimile centro delle emozioni e dei pensieri del professore palermitano che è arrivato al Quirinale, in silenzio, senza che i bookmaker presidenziali si fossero accorti del suo incedere felpato, e che – adesso – in una stagione difficile oppone la sua calma istituzionale agli eventi. Ma cosa volete che sia l’innesco di una crisi politica per un uomo che ha retto tra le braccia il corpo di suo fratello, Piersanti, crivellato di colpi?

Si conosce pochissimo dell”enigma Mattarella’, per discrezione e ritrosia del suo, non si sa quanto volontario, autore. Una invisibilità maggiormente incardinata dal ruolo.

Dicono che il Capo dello Stato sia persona capace di spirito arguto e leggero, in alcuni raduni conviviali; che risulti, di carattere, una ‘pesca’: malleabile e cortese, nella polpa esterna, intransigente, al bisogno, quando si punta al nocciolo. Raccontano che non faccia mai mancare i fiori alla sua Marisa, la presenza più luminosa della sua esistenza.

Il presidente stesso l’ha confessato, nel corso di una giornata nazionale sulla ricerca per il cancro: “Penso da tempo quando per seguire la persona a me più cara al mondo ho trascorso a più riprese numerose settimane in ospedali oncologici. Per tutte le persone in buona salute sarebbe auspicabile che ogni tanto trascorressero qualche giorno in visita negli ospedali perché il contatto con la sofferenza aiuterebbe chiunque a dare a ogni cosa il giusto posto nella vita”.

Ed è tutto lì. C’è il senso del dolore che si trasforma in consapevolezza. Ci sono i caffè, gli sguardi, uno sbuffo di rossetto ai margini della tazzina, gli occhiali dimenticati sul comodino, le stelle fuori da una finestra, le attese, i figli, certe sere di panini e tenerezza e certe altre di pazienza e di forza, di corpi e di anime in attesa di sollievo.

E c’è la persona più cara al mondo, in quella confessione. Un sogno che nemmeno la morte cancella. Colei che segue, che veglia, che protegge, pure quando la lontananza è l’unica carezza possibile.

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI