Lottizzazione abusiva a Mondello | Condanne e ville confiscate - Live Sicilia

Lottizzazione abusiva a Mondello | Condanne e ville confiscate

Foto d'archivio

Sotto processo dirigenti comunali, notai, costruttori e proprietari. Una sentenza durissima.

PALERMO – La sentenza è durissima. Il massimo della pena per tutti gli imputati, la confisca delle villette, maxi ammende e risarcimenti, trasmissione degli atti per continuare a indagare. È una stangata quella decisa dalla terza sezione penale del Tribunale, presieduta da Marina Petruzzella (gli altri due giudici sono Daniela Vascellaro e Maria Ciringione) al processo sulla lottizzazione abusiva di via Miseno a Mondello.

Sotto accusa, tra gli altri, due funzioanri comunali, gli architetti Giuseppe Monteleone e Mario Li Castri, il progettista Giuseppe Tagliareni, il costruttore Paride Tagliareni, il notaio Santo Di Gati, quattro dipendenti dell’Edilizia privata: Daniela Rimedio (dirigente), Fabio Seminerio, Lucietta Accordino (dirigente), Giuseppe Orantelli e i proprietari delle villette.

Queste le pene: tre anni ciascuno di carcere a Giuseppe Orantelli, Salvatore Lupo e Lucietta Accordino (rispondevano anche di abuso d’ufficio). Due anni ciascuno di carcere e 80 mila euro di ammenda per Paride Tagliareni e Giuseppe Tagliareni, Santo Di Gati, Giuseppe Monteleone, Mario Li Castri. Un anno e otto mesi e 60 mila euro di multa per Loredana Velardi e Paola Avellone. Un anno e tre mesi ciascuno e 50 mila euro di multa per Salvatore Di Piazza, Concetta Ravalli, Francesca Vullo, Graziano Magnanini, Maria Concetta Fontana, Cristina Magnanini, Morena e Armida Perna, Angela Corso, Cristiana Fabozzi, Maria Vittoria Marazzitti. Prescritte le accuse nei confronti di Daniela Rimedio e Fabio Seminerio. La sospensione condizionale della pena arriva solo per gli imputati con pena inferiore ai due anni.

Il collegio ha ordinato la la trasmissione della sentenza all’Ufficio tecnico del Comune, al Genio civile, all’assessorato regionale al Territorio, alla Sprintendenza e al Consiglio notarile “per i provvedimenti di rispettiva competenza”.

Al comune di Palermo, parte civile al processo, riconosciuta una provvisionale da 500 mila euro. Un acconto sul danno complessivo che sarà quantificato in sede civile.

Decisa anche la trasmissione degli atti al pubblico ministero affinché indaghi sulle “diverse ulteriori anomalie dell’iter delle pratiche lottizzatorie ed edilizie con riferimento agli atti rilasciati dalla Soprintendenza e pure relativamente alle protratte omissioni dell’ufficio tecnico di Palermo e della menzionata Soprintendenza con riguardo ai provvedimenti sanzionatori e ripristinatori del territorio di spettanza”.

Secondo l’accusa, per costruire le villette si sarebbe dovuta seguire la procedura del piano particolareggiato che, a garanzia dei vincoli paesaggistici, prevede un passaggio in Consiglio comunale. Ed invece, per snellire le pratiche, sarebbe stato sfruttato un atto interno firmato poche settimane della richiesta di concessione edilizia e ratificato dal Consiglio comunale.

“Con riferimento alla sentenza di primo grado emessa oggi dal Tribunale di Palermo in danno di alcuni dipendenti comunali la vicenda di una lottizzazione avvenuta nel 2005, – afferma una nota di Palazzo delle Aquile – il sindaco, ha preso atto del provvedimento che ha tra l’altro riconosciuto una provvisionale in favore dell’Amministrazione comunale che si era costituita Parte Civile”. Il sindaco ha “quindi dato mandato al Segretario Generale, al Capo dell’Avvocatura e al Capo di Gabinetto di acquisire tutti gli elementi di informazione necessari e procedere quindi a relazionare ed eventualmente proporre gli atti conseguenti per quanto di competenza dell’Amministrazione”.

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