Dottoressa molestata a lavoro | "Sono forte, ma a volte non basta" - Live Sicilia

Dottoressa molestata a lavoro | “Sono forte, ma a volte non basta”

L'Ordine dei medici di Palermo si costituirà parte civile.

SAN CIPIRELLO
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PALERMO – Come avvenuto in tutti gli altri processi che coinvolgono medici e paramedici vittime di aggressioni, l’Ordine dei medici di Palermo si costituirà parte civile anche nel processo della dottoressa Antonella Rosselli, l’ultima vittima siciliana di molestie sessuali da parte di un diciannovenne, mentre era in servizio alla guardia medica di San Cipirello, nel Palermitano. Lo scrive l’Ordine in una nota.

“Servono misure urgenti e strutturali per garantire sicurezza. Sono una donna forte – ha detto la dottoressa Rosselli -, dopo l’episodio sono tornata subito al mio lavoro, ma in certe condizioni, per scansare un’aggressione non ci si può affidare all’esperienza o alla fortuna”. “Nel mio caso – ha raccontato al presidente dell’Ordine dei medici Toti Amato – l’esperienza mi ha permesso di riconoscere subito il possibile rischio. La buona sorte poi ha fatto il resto perché i sanitari del 118, nell’edificio accanto, erano presenti e non fuori per servizio. Alle mie urla sono intervenuti immediatamente e il ragazzo è scappato con l’auto lasciata nel piazzale, probabilmente non per caso”. “Ringrazio i sanitari e le tante solidarietà ricevute dalle istituzioni, a partire dal sindaco di San Cipirello, Vincenzo Geluso. Ma vorrei ringraziare soprattutto – sottolinea – il lavoro certosino dei carabinieri di San Cipirello”.

“La ricerca – dice Amato – ha confermato quanto importante sia l’esperienza di un medico o di un operatore sanitario per potere riconoscere subito eventuali rischi e prevenirli. Il dato significativo è che ha subito più aggressioni il professionista più giovane, con meno esperienza e meno anni di attività. Ma ciò che allarma di più è che la maggior parte di loro non sa neanche dell’esistenza delle procedure aziendali per aiutare a prevenire e gestire gli episodi di violenza, e solo pochissimi hanno partecipato a corsi di formazione specifica. Ogni azienda sanitaria dovrebbe potenziare la propria struttura di risk management”. (ANSA).

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