Il bar del Castello Maniace | La parola passa al ministero - Live Sicilia

Il bar del Castello Maniace | La parola passa al ministero

Lo ha deciso il Tar di Catania. La struttura, intanto, resta aperta.

SIRACUSA – Sarà un dirigente del Provveditorato interregionale per le opere pubbliche ad avere l’ultima parola sul caso del castello Maniace di Siracusa. Lo ha stabilito la prima sezione del Tar di Catania. A decidere, quindi, sarà una figura del ministero delle Infrastrutture: dovrà stabilire l’operato degli ispettori della Regione è stato corretto e, di conseguenza, avrà l’ultima parola anche sui provvedimenti di demolizione e di revoca dell’agibilità: il bar ‘astronave’ resta al momento aperto e si tornerà in camera di consiglio il 28 marzo.

Il Tar ha disposto una verifica con l’obiettivo di “accertare se vi siano difformità tra quanto realizzato e il progetto come approvato e autorizzato”. L’area è quella a ridosso del castello federiciano sulla punta estrema di Ortigia, a Siracusa. È di proprietà del Demanio e a seguito di un bando pubblico è stata affidata per 12 anni a una società privata, la Senza confine s.r.l., per poco più di 170mila euro. Il centrodestra locale e alcune associazioni ambientaliste, tra cui Italia nostra, hanno da subito contestato anche la natura del bando e la concessione: “Un’area di pregio affittata al prezzo di un basso commerciale in periferia”.

Il progetto di riqualificazione prevedeva, tra le altre cose, la costruzione di un risto-bar, che è la struttura avveniristica che secondo gli ispettori regionali dovrebbe essere abbassata di 50 centimetri e la piattaforma in cemento che la regge, demolita. I proprietari hanno impugnato tutti i provvedimenti a loro carico giunti tra agosto e settembre: quello della Soprintendenza che, vista la relazione degli ispettori della Regione, ha emanato ordinanza di messa in pristino; e quelli consequenziali degli uffici comunali. In conseguenza a questi provvedimenti il bar era stato chiuso ma per soli tre giorni. Il Tar aveva immediatamente accolto la richiesta di sospensiva, decretato la riapertura del sito e rimandato a una nuova udienza nel merito, che si è svolta giovedì scorso.

Stamattina è arrivato l’esito che conferma la sospensione dei provvedimenti e nomina, appunto, un “organo verificatore”. Secondo la difesa della società privata i giudici amministrativi avrebbero trovato poco chiara la documentazione prodotta dagli uffici regionali: con pareri della vecchia soprintendente, Rosalba Panvini, sul manufatto realizzato, difformi rispetto alle deduzioni cui sono giunti gli ispettori. I giudici amministrativi hanno dunque disposto che il Provveditorato interregionale per le Opere pubbliche completi la verifica entro 90 giorni. Si tornerà in aula il 28 marzo. Il caso è diventato politico, anche perché alla presidenza della commissione del Comune, che aveva rilasciato i nulla osta urbanistici necessari, c’era l’allora vicesindaco, attuale primo cittadino Francesco Italia: il centrodestra per questo ne ha chiesto le dimissioni. La soprintende Panvini, nel frattempo, è stata trasferita.

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