Novità per lavoratori ed enti | Formazione, cosa c'è nella legge - Live Sicilia

Novità per lavoratori ed enti | Formazione, cosa c’è nella legge

Il ddl è stato approvato dalla commissione Cultura dell'Ars e prevede il superamento della legge del 1976. Ecco come.

PALERMO – Un nuovo dipartimento, premi per gli enti più efficienti e novità per i lavoratori: nuove regole per l’albo dei formatori e un nuovo registro. Questi sono solo alcuni dei contenuti della riforma della Formazione professionale approvata all’unanimità pochi giorni fa dalla commissione Cultura dell’Assemblea regionale siciliana, una riforma che supera l’ultima legge di settore che risale al 1976 e che in parte riconosce il funzionamento già esistente: quello che si basa sul repertorio e il catalogo dell’offerta formativa.

Le novità per i lavoratori del settore

Con l’approvazione definitiva della legge i docenti dovranno essere almeno laureati. A seconda della tipologia di insegnamento professionale saranno consentite deroghe a questa regola. Gli istruttori pratici invece dovranno essere in possesso dell’apposita qualifica e documentare un’esperienza quinquennale come docente in quella materia. Per mantenere l’accreditamento gli enti dovranno adottare i contratti collettivi del settore.

Solo per conoscere i dati, le attività e per assicurare la qualità della formazione, l’Assessore regionale entro 180 giorni dall’approvazione della legge istituirà un Registro dei formatori a cui dovranno iscrivesi tutti coloro che saranno assunti o contrattualizzati dagli enti di formazione. Nel registro saranno iscritti di diritto tutti quelli che sono già iscritti all’elenco nato con la legge finanziaria del 2018.

I lavoratori dell’albo e gli ex sportellisti

La legge prevede poi anche la fine dell’albo già dichiarato in esaurimento. Il 31 dicembre 2025 sarà l’ultimo anno in cui varrà l’obbligo per gli enti di formazione di reclutare i lavoratori prioritariamente attraverso l’albo dei formatori. Poi sarà avviata un’operazione di bonifica dell’albo allo scopo di eliminare tutti coloro che vi sono iscritti ma fanno altri lavori o non sono più interessati a lavorare nel settore della formazione professionale.

L’iscrizione all’albo dovrà essere confermata. Per questo il dipartimento regionale dell’istruzione indirà una procedura ad evidenza pubblica entro 120 giorni dall’approvazione della legge. Se non sarà fatta istanza di conferma dell’iscrizione il lavoratore sarà cancellato. Chi rimarrà nell’albo dovrà partecipare a corsi di aggiornamento triennali altrimenti la sua presenza nella lista decadrà. La cancellazione ci sarà anche per coloro che hanno un rapporto di lavoro in un altro settore lavorativo. Solo chi rimarrà nell’albo a seguito di tutte queste procedure potrà passare al nuovo registro dei formatori.

Ma i corsi di aggiornamento serviranno anche per la riqualificazione del personale amministrativo e dei lavoratori degli ex sportelli multifunzionali. Anche loro potranno accedere ai corsi e se rispetteranno i requisiti fissati dalla legge potranno accedere al ruolo di docenti e di tutor.

L’organizzazione del settore e i premi agli enti

Come detto, la legge conferma un sistema in parte già già realizzato dato che la formazione prevista dalla legge si basa su un sistema di accreditamento, su un catalogo dell’offerta formativa e su un repertorio delle qualifiche. La legge promuove lo sviluppo di reti con le imprese e gli istituti di formazione e prevede la possibilità di dividere il catalogo in sezioni territoriali.

Tra le novità c’è l’introduzione di un sistema di territorializzazione delle risorse e l’introduzione di meccanismi premiale per gli enti “che dimostrano un alto indice di efficienza tra persone formate e persone che hanno trovato inserimento lavorativo e/o oggetto di segnalazione di qualità”.

Programmazione e un nuovo dipartimento

La legge prevede l’istituzione del Comitato regionale per le politiche della formazione professionale che sarà composto dall’assessore al ramo dai dirigenti generali dei dipartimenti competenti, dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali e delle associazioni dei datori di lavoro, maggiormente rappresentative a livello regionale. Parteciperanno inoltre non più di tre esperti di settore, la Consigliera di parità regionale e il Garante per la tutela dei detenuti e per il loro reinserimento sociale.

La legge infine modifica l’assetto dell’organizzazione dell’assessorato all’Istruzione e alla Formazione. Le due materie saranno divise in due diversi dipartimenti: uno si occuperà di istruzione, università e ricerca, l’altro si occuperà solamente della Formazione professionale. L’autorità di gestione dell’Fse, il Fondo sociale europeo sarà quest’ultimo dipartimento.

Le reazioni

Soddisfazione è stata espressa dall’assessore regionale Roberto Lagalla. “Il nostro impegno – ha spiegato – è stato orientato alla tutela del personale della formazione professionale, alla valorizzazione dei percorsi di istruzione tecnico superiore e al raccordo tra il sistema dell’istruzione e quello della formazione, avendo particolare riguardo alle attività formative svolte in obbligo scolastico, in apprendistato e in azienda”.

“Dal 1976 la normativa era rimasta invariata – ha ricordato Luca Sammartino, presidente della commissione Cultura a Palazzo dei Normanni –, superata dal contesto socio-economico attuale. Questo è un passo avanti importante che contribuirà non soltanto ad avere una formazione che consentirà l’agevolazione per l’accesso al mondo del lavoro dei giovani siciliani ma anche ad assisterli durante l’intero arco della loro vita professionale. Da anni il sistema era opaco e con re-gole poco chiare ma adesso – ha continuato Sammartino – creiamo un sistema che finalmente sarà al servizio sia del cittadino che cerca lavoro sia dell’impresa che cerca risorse realizzando, per entrambi, una rete di servizi che darà informazioni trasparenti su formazione, istruzione e lavoro. L’agevolazione dell’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro fornirà ai siciliani maggiore libertà e razionalità nella scelta di percorsi formativi e occasioni di lavoro”.

Rivendicano la norma su amministrativi ed ex sportellisti i deputati Marianna Caronia e Carmelo Pullara. “La Regione Siciliana – hanno affermato i due deputati – ha piena competenza in materia di formazione e per questo abbiamo voluto introdurre una norma di tutela delle professionalità già coinvolte nel settore. Resta ovviamente fermo – hanno specificato i due – che il personale docente, come quello di direzione e amministrativo deve essere in possesso di titoli e competenze adeguate alle mansioni da svolgere. Ma questa rappresenta una grande possibilità di riqualificazione per gli ex sportellisti e amministrativi, che potranno così continuare a prestare servizio con una nuova collocazione”.

Giuseppe Messina, segretario regionale Ugl Sicilia parla di “impianto normativo condivisibile”. “È il testo migliore che poteva essere redatto in questo momento – ha chiarito Messina – perché garantisce il mantenimento ed il funzionamento e l’aggiornamento dell’Albo degli operatori della formazione professionale, il reclutamento, fino al 31 dicembre 2025 dei lavoratori in applicazione dell’articolo 5 della legge n.10/2018 con carattere prioritario ed evidenza pubblica da parte degli Organismi formativi. Introduce la programmazione triennale dei percorsi formativi in obbligo scolastico con copertura individuata dal bilancio della Regione Siciliana, la conferma dell’avvio delle attività in concomitanza l’apertura dell’anno scolastico delle scuole statali”.


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