Rifiuti a Lentini, ora è rischio caos| La Regione prepara un piano B - Live Sicilia

Rifiuti a Lentini, ora è rischio caos| La Regione prepara un piano B

L'assessorato attende di interloquire con l'amministrazione giudiziaria.

Dopo l'inchiesta
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PALERMO – E adesso, dopo il terremoto dell’inchiesta catanese sulla grande discarica della Sicula Trasporti, bisognerà capire se e quali conseguenze ci saranno nel conferimento dei Comuni. Perché il mega-impianto di Lentini, attorno al quale si sarebbe consumato secondo gli inquirenti un giro di corruzione per coprire più di una magagna, accoglie immondizia da duecento comuni ogni giorno. Bisognerà tenere conto dei reali limiti dell’impianto, capire se e quanto questi limiti sono stati superati e agire di conseguenza. All’assessorato regionale ai Rifiuti si attende di poter interloquire con l’amministratore giudiziario che dopo una prima ricognizione potrà offrire indicazioni utili a ricalibrare il conferimento. Certo, se la discarica dovesse chiudere sarebbe un grosso problema, se si tratterà solo di spostare altrove la parte in eccesso dell’indifferenziata, la Regione si attrezzerà dando indicazioni ai Comuni. Ci sono altre discariche in zona, certo, ci sarà da lavorarci su e con l’estate alle porte non si può rischiare di restare con i rifiuti per strada.

Sullo sfondo resta il quadro complicatissimo, e assai oscuro, del sistema rifiuti siciliano.Quel sistema che per anni si è fondato su sistema del conferimento in discarica dell’indifferenziato, con affari d’oro per i pochi privati che si sono spartiti il business e con vicende opache o nella migliore delle ipotesi confuse attorno ai processi amministrativi. Il nuovo piano dei rifiuti della Regione sta completando l suo percorso ma ci vorranno ancora dei mesi per espletare tutte le procedure burocratiche. Prevede un rafforzamento della differenziata, che dopo anni di stasi è finalmente cresciuta sensibilmente in Sicilia nell’ultimo triennio, ma anche un rafforzamento dell’impiantistica pubblica, per limitare o strapotere dei privati. “L’azione politica e il conseguente indirizzo impresso dall’attuale Governo Regionale è improntato al riequilibrio – in termini di capacità operativa – tra l’impiantistica pubblica e quella privata”. Iniziava così la relazione presentata l’altro ieri in commissione Ambiente all’Ars dall’assessore Alberto Pierobon. “Tutto ciò – proseguiva i testo – anche nell’intento di scongiurare il rischio che la medesima gestione possa essere condizionata (o influenzata) da taluni soggetti che potrebbero inseguire obiettivi speculativi, tramite accordi di varia natura (siano essi oligopolistici o meno) che abbiamo, da sempre, cercato di evidenziare e segnalare, e la cui refluenza (non solo) economico-finanziaria, peraltro, potrebbe altresì esporre al rischio di infiltrazione della criminalità organizzata”. Scenari emersi anche nella recente indagine della commissione antimafia dell’Ars, che si è a lungo soffermata sulle storture del sistema, sul peso eccessivo delle discariche private, pur dovendo ammettere nella sua parte conclusiva che i modello di discarica pubblica ha avuto i suoi bei problemi (in particolare la commissione ha approfondito le tormentate vicende della più grande discarica pubblica siciliana, Bellolampo).

Incrementare però gli impianti pubblici riduce il potere di contrattazione dei signori delle discariche private. Accanto a questo è necessario però proseguire con l’incremento della differenziata: il vero obiettivo è ridurre al minimo la quantità di rifiuto che si sotterra in discarica, incrementando la parte che si ricicla. I ritardi dei Comuni più grandi, in particolare i dati modesti di Palermo e Catania, stanno frenando un trend di incremento che in Sicilia si registra negli ultimi tempi. Servono comunque impianti per il trattamento dei rifiuti da riciclare e i piani della Regione prevedono diversi investimenti in questo senso, ad esempio la realizzazione di impianti di compostaggio o l’ampliamento degli esistenti.

Ed è proprio sulla necessità di lavorare all’aumento degli impianti pubblici che punta la Cgil: “Sui rifiuti in Sicilia la storia si ripete a dimostrazione che in questi anni nulla è cambiato. A questo punto l’unica strada da percorrere è rendere a gestione pubblica impiantistica e discariche – dice il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino,- quest’ultima vicenda dimostra che la logica e la pratica degli affari continua a imperare su un settore importante che potrebbe produrre sviluppo e lavoro. E questo – prosegue – perché non c’è stato un ragionamento serio sulla gestione del ciclo integrato a discapito dell’efficienza ma soprattutto della trasparenza e della legalità”.

Il segretario della Cgil rileva poi che “si è prevalentemente intervenuti sulla governance creando sovrastrutture che hanno alimentato clientele, favorito gli affari anche quelli illeciti e le infiltrazioni mafiose, nonostante le denunce e gli allarmi da più parti e una lettura inequivocabile della Commissione regionale antimafia”. “Sarebbe proprio il momento -afferma Mannino- di dire basta a un sistema che favorisce alcuni a discapito di tutti e che trae origine da un ruolo debole e ambiguo esercitato dalla Regione che ha da un lato abdicato alla sua funzione di indirizzo politico, dall’altro ha consentito una pratica amministrativa opaca. E’ il momento che si cambi rotta”.

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