PALERMO – “Dopo oltre due mesi di lockdown siamo sprofondati nella paura. Rivedere mia sorella dopo tanto tempo è stato bellissimo, ma abbiamo tutti temuto il peggio”. Inizia così il racconto di Humayan, il fratello maggiore di Hafiza, la donna che dopo un mese di ricovero all’ospedale ‘Cervello’ è guarita dal Covid e ha dato alla luce, con un parto cesareo d’urgenza, la piccola Raiha, che è stata trasferita all’ospedale San Vincenzo di Taormina per un intervento.
Il rientro da Londra
Humayan abita nel centro storico, era il 15 maggio quando la sorella è arrivata in taxi a casa sua, dall’aeroporto. Era appena tornata da Londra, dove ha lavorato per un anno in un ristorante. “Lei voleva partorire qui – racconta con un perfetto italiano – nella città in cui viviamo ormai da oltre tredici anni. Dopo il Bangladesh, Palermo è la nostra seconda casa, il luogo in cui ci sentiamo al sicuro e dove mia sorella è stata salvata”. Già, perché per la 34enne che al suo arrivo era incinta di sette mesi, è da quel momento cominciato un vero e proprio calvario.
L’allarme
“Saremmo rimasti ancora in isolamento – dice Humayan – ma a distanza di tre giorni mia sorella ha iniziato ad avere strani dolori in tutto il corpo. Io e la mia famiglia eravamo molto preoccupati, sia per lei che per la bambina. Poche ore dopo è arrivata la febbre alta. In farmacia ho comprato della tachipirina, la febbre è scesa, ma l’indomani si è ripresentata”. Fino alla sera del 24 maggio, quando le condizioni sono precipitate. “Coi farmaci la situzione non migliorava – prosegue il fratello – ho quindi chiamato un’ambulanza, sono stato avvolto dalla paura del Covid. E infatti dall’ospedale, ci hanno poi comunicato che mia sorella era positiva”.
“Paura anche per mia moglie”
Dal ‘Cervello’ è così partita la comunicazione a tutte le autorità sanitarie che hanno avviato il ‘contact tracing’ e risalire e coloro che erano entrati in contatto con la donna. Hafiza, alla partenza, era asintomatica e senza una linea di febbre. “Il malessere è cominciato qui in casa e anche a noi sono stati effettuati subito dopo i tamponi – aggiunge il fratello -. Io e mio figlio siamo risultati negativi, mia moglie era invece stata contagiata”. Un doppio incubo per Humayan, con la sorella incinta ricoverata in ospedale e la moglie positiva in casa, anche se in isolamento.
“Ero preoccupatissimo per entrambe, ho cercato di fare di tutto per dar loro forza e coraggio. Mia moglie non presentava sintomi, ma mia sorella stava malissimo”. Al punto da essere ricoverata nell’unità di Terapia intensiva, dove l’equipe diretta da Baldo Renda e i medici di Ostetricia si sono presi cura di Hafiza, giorno dopo giorno, fino alla guarigione confermata ieri con il secondo tampone negativo. Ma per Humayan i motivi per festeggiare sono adesso tre: oltre alla guarigione della sorella e alla nascita della nipotina, oggi sorride perché anche la moglie è uscita fuori dall’incubo. “Dopo oltre un mese anche lei è risultata negativa ai test e siamo certamente più sereni.
La foto di Raisha
Tutto ciò grazie ai medici, che non ci hanno mai lasciati da soli e ci hanno aiutato e confortato moralmente. Hanno salvato mia sorella, mia nipote è nata e sta bene. Tra qualche giorno a Taormina faranno l’intervento, ma veniamo sempre aggiornati sulle sue condizioni e l’abbiamo almeno conosciuta in foto”. La stessa foto che Hafiza tiene stretta tra le sue mani da quando ha riaperto gli occhi, sognando di potere abbracciare presto la sua Raisha.