"Anche mia moglie era positiva| Incubo finito grazie ai medici" - Live Sicilia

“Anche mia moglie era positiva| Incubo finito grazie ai medici”

Hafiza con i medici dell'ospedale Cervello
Il rientro da Londra, la febbre, l'allarme. Il fratello di Hafiza, ora guarita, racconta quei giorni di paura
PALERMO - LA STORIA
di
3 min di lettura

PALERMO – “Dopo oltre due mesi di lockdown siamo sprofondati nella paura. Rivedere mia sorella dopo tanto tempo è stato bellissimo, ma abbiamo tutti temuto il peggio”. Inizia così il racconto di Humayan, il fratello maggiore di Hafiza, la donna che dopo un mese di ricovero all’ospedale ‘Cervello’ è guarita dal Covid e ha dato alla luce, con un parto cesareo d’urgenza, la piccola Raiha, che è stata trasferita all’ospedale San Vincenzo di Taormina per un intervento.

Il rientro da Londra

Humayan abita nel centro storico, era il 15 maggio quando la sorella è arrivata in taxi a casa sua, dall’aeroporto. Era appena tornata da Londra, dove ha lavorato per un anno in un ristorante. “Lei voleva partorire qui – racconta con un perfetto italiano – nella città in cui viviamo ormai da oltre tredici anni. Dopo il Bangladesh, Palermo è la nostra seconda casa, il luogo in cui ci sentiamo al sicuro e dove mia sorella è stata salvata”. Già, perché per la 34enne che al suo arrivo era incinta di sette mesi, è da quel momento cominciato un vero e proprio calvario.

L’allarme

“Saremmo rimasti ancora in isolamento – dice Humayan – ma a distanza di tre giorni mia sorella ha iniziato ad avere strani dolori in tutto il corpo. Io e la mia famiglia eravamo molto preoccupati, sia per lei che per la bambina. Poche ore dopo è arrivata la febbre alta. In farmacia ho comprato della tachipirina, la febbre è scesa, ma l’indomani si è ripresentata”. Fino alla sera del 24 maggio, quando le condizioni sono precipitate. “Coi farmaci la situzione non migliorava – prosegue il fratello – ho quindi chiamato un’ambulanza, sono stato avvolto dalla paura del Covid. E infatti dall’ospedale, ci hanno poi comunicato che mia sorella era positiva”.

“Paura anche per mia moglie”

Dal ‘Cervello’ è così partita la comunicazione a tutte le autorità sanitarie che hanno avviato il ‘contact tracing’ e risalire e coloro che erano entrati in contatto con la donna. Hafiza, alla partenza, era asintomatica e senza una linea di febbre. “Il malessere è cominciato qui in casa e anche a noi sono stati effettuati subito dopo i tamponi – aggiunge il fratello -. Io e mio figlio siamo risultati negativi, mia moglie era invece stata contagiata”. Un doppio incubo per Humayan, con la sorella incinta ricoverata in ospedale e la moglie positiva in casa, anche se in isolamento.

“Ero preoccupatissimo per entrambe, ho cercato di fare di tutto per dar loro forza e coraggio. Mia moglie non presentava sintomi, ma mia sorella stava malissimo”. Al punto da essere ricoverata nell’unità di Terapia intensiva, dove l’equipe diretta da Baldo Renda e i medici di Ostetricia si sono presi cura di Hafiza, giorno dopo giorno, fino alla guarigione confermata ieri con il secondo tampone negativo. Ma per Humayan i motivi per festeggiare sono adesso tre: oltre alla guarigione della sorella e alla nascita della nipotina, oggi sorride perché anche la moglie è uscita fuori dall’incubo. “Dopo oltre un mese anche lei è risultata negativa ai test e siamo certamente più sereni.

La foto di Raisha

Tutto ciò grazie ai medici, che non ci hanno mai lasciati da soli e ci hanno aiutato e confortato moralmente. Hanno salvato mia sorella, mia nipote è nata e sta bene. Tra qualche giorno a Taormina faranno l’intervento, ma veniamo sempre aggiornati sulle sue condizioni e l’abbiamo almeno conosciuta in foto”. La stessa foto che Hafiza tiene stretta tra le sue mani da quando ha riaperto gli occhi, sognando di potere abbracciare presto la sua Raisha.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI