MESSINA– Il dolore, adesso, ha sicuramente quel nome, a meno di assai improbabili colpi di scena. Le scarpette blu trovate accanto ai resti umani, ieri, nelle campagne di Caronia sono di Gioele, il piccolo disperso nei boschi, dopo un incidente, con Viviana Parisi, la sua mamma, trovata cadavere. Le ha riconosciute il papà, Daniele Mondello. E’ una notizia che si è appresa, secondo quanto riferisce l’Ansa, da Mariella Mondello, sorella dell’uomo distrutto dal lutto, e che trova, via via, conferme.
“Le scarpette che la polizia ha mostrato a Daniele Mondello sono quelle che lui aveva regalato a Gioele assieme alla moglie. Non ci sono dubbi che siano le sue”, dice infatti il legale, l’avvocato Pietro Venuti. Il legale ha spiegato che è stato effettuato il prelievo per il Dna su Daniele e sul suocero, il padre di sua moglie, Luigino Parisi.
Daniele Mondello era arrivato nella caserma Calipari di Messina, dove c’è anche la sede della polizia scientifica, proprio per l’esame e per il riconoscimento degli oggetti e degli indumenti, a cominciare dalle scarpe blu. Aveva anche pronunciato una battuta captata dai cronisti: “Queste ricerche sono state un fallimento”.
Già in precedenza, Daniele Mondello, aveva scritto un post su Facebook in cui ringraziava i soccorritori e il volontario che aveva rintracciato il corpo di suo figlio, a questo punto si può dire con certezza, aggiungendo: “ Se non ci foste stati voi, chissà se e quando lo avremmo ritrovato. Cinque ore di lavoro di un volontario rispetto a 15 giorni di 70 uomini esperti, mi fanno sorgere dei dubbi oggettivi sui metodi adottati per le ricerche. La mia non vuole essere una polemica, ma la semplice considerazione di un marito e padre distrutto per la perdita della propria famiglia”.
Dubbi e domande legittimi per un genitore tanto duramente colpito. E possiamo soltanto immaginarli quei passi paterni fino agli indumenti e alle scarpette del figlio, nel rito di un ricongiungimento luttuoso, per fugare le incertezze. Adesso il cerchio del dolore si è chiuso.