Le parole che un padre scrive, al culmine di un giorno di dolore, sono grate, ferme e composte.
Ecco il messaggio pubblicato sulla pagina Facebook di Daniele Mondello, il papà di Gioele, i cui resti sono stati presumibilmente trovati ieri, nelle campagne di Caronia: “Nonostante il dramma che mi ha travolto, trovo doveroso ringraziare quanti mi hanno aiutato. Dedico un ringraziamento particolare al Signore che ha trovato mio figlio. Se non ci foste stati voi, chissà se e quando lo avremmo ritrovato. Cinque ore di lavoro di un volontario rispetto a 15 giorni di 70 uomini esperti, mi fanno sorgere dei dubbi oggettivi sui metodi adottati per le ricerche. La mia non vuole essere una polemica, ma la semplice considerazione di un marito e padre distrutto per la perdita della propria famiglia. Viviana e Gioele vi ringraziano ed io vi mando un abbraccio enorme, siete stati grandi!!!”.
No, nessuna polemica. Solo le domande legittime di un padre che ieri ha appoggiato le mani sulla bara dove probabilmente c’era quel che resta del figlio ed è scoppiato in un pianto necessario, prima di allontanarsi sorretto da qualcuno.
Era stato lui stesso, qualche ora prima, a convocare uomini di buona volontà tra i rovi e gli arbusti di Caronia, sempre su Facebook: “Invito tutti quelli che si vogliono unire alle ricerche di mio figlio Gioele a presentarsi mercoledì 19 agosto presso il centro di coordinamento sulla ss113 al distributore di benzina IP di Caronia”. Una richiesta d’aiuto a cui tante persone generose hanno risposto. Ed è stato uno di loro, un ex carabiniere, a rintracciare quei poveri resti.
“Persino per ritrovare Gioele la mia famiglia ha dovuto fare affidamento sulle proprie forze: ancora una volta ha dovuto “metterci una pezza” – commenta via social l’avvocato Claudio Mondello, legale e cugino di Daniele -. La credibilità dello Stato ne esce fortemente compromessa e non posso che dolermene. Devo, tuttavia, ringraziare i tantissimi volontari che ci hanno sostenuto col loro sudore ed amore. E’ una Italia che ci restituisce speranza”.
Ieri, nei frangenti caldissimi del ritrovamento, questo era stato il commento del procuratore di Patti, Angelo Cavallo: “In questo momento non interessa chi lo abbia trovato. L’importante è averlo trovato. Ma appureremo anche questo”.
Sono due, al momento, le ipotesi privilegiate dagli investigatori. La prima: Viviana ha ucciso il figlio e poi si è tolta la vita arrampicandosi su un traliccio e lasciandosi cadere. La seconda: entrambi sono stati aggrediti da animali selvatici, o grossi cani.
Ma Daniele alla pista della violenza di una mamma contro il figlio non ha mai voluto credere: “Viviana non l’avrebbe mai ucciso”