"In Sicilia 350 migranti positivi". Musumeci inizia le ispezioni negli hotspot

“In Sicilia 350 migranti positivi”| Musumeci inizia le ispezioni

Ecco cosa accadrà da oggi, nelle strutture di accoglienza. Sullo sfondo il braccio di ferro politico col governo.
IL PROVVEDIMENTO
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CATANIA – “Sono arrivati, in totale, 350 migranti positivi in Sicilia, per tutelarli e tutelare i cittadini, iniziamo le ispezioni negli hotspot e nei centri di accoglienza”. Il presidente della Regione Nello Musumeci e l’assessore alla Salute Ruggero Razza hanno dato il via ai controlli in tutte le strutture che accolgono migranti in Sicilia.

Lo scopo è quello – annunciato ieri dal presidente Musumeci – di “verificare la sussistenza dei requisiti igienico sanitari”, ma sullo sfondo c’è un braccio di ferro, politico, con il governo Conte. In 24 ore il governo regionale passa dall’ordine di evacuazione immediato alla linea dei controlli sanitari sui centri per migranti.

Le carenze dell’ordinanza

Dopo due pagine di richiami normativi sul coronavirus e considerazioni sulla necessità di “tutelare l’incolumità e la salute di tutti i cittadini siciliani”, Nello Musumeci ha emanato un “ordine – si legge nel provvedimento – immediato di sgombero degli hotspot e dei centri di accoglienza dei migranti”. “Entro le ore 24 del 24 agosto 2020 – si legge ancora – tutti i migranti presenti negli hotspot e in ogni centro di accoglienza devono essere improrogabilmente trasferiti o ricollocati in altre strutture fuori dal territorio della Regione Siciliana, non essendo allo stato possibile garantire la permanenza nell’Isola nel rispetto delle misure sanitarie di prevenzione del contagio”.

Chi avrebbe dovuto eseguire questo ordine di Musumeci? Non è chiaro, ma l’ordinanza “viene trasmessa – si legge nell’atto – al presidente del Consiglio dei ministri, al ministero della Salute, ai Comuni e alle Asp”. Risultato? La Lamorgese ha risposto con un comunicato stampa e ha vinto almeno il primo round di questo scontro sanitario ma soprattutto politico.

“Le ore 24 del 24 agosto 2020”, infatti, sono trascorse senza alcuno sgombero. Musumeci deve aver capito che era meglio affilare le armi e ha puntellato, insieme all’assessore alla Salute Ruggero Razza, l’ordinanza con un elemento che effettivamente mancava: qualcuno che certificasse le condizioni in cui si trovano i centri di accoglienza. Per questo, è stata nominata una task force.

Musumeci tenta lo “scacco”

Dopo l’ordinanza finita tra le polemiche, una volta scaduto, con la mezzanotte di ieri, il termine annunciato, Musumeci tenta di mettere all’angolo, politicamente, il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, che aveva ribadito la competenza del Governo sull’immigrazione.

Di tutta risposta, come prima mossa, Musumeci ha rivendicato la sua, di competenza, “sono il commissario per l’emergenza Covid”, ha detto ieri ai giornalisti, “l’ordinanza che ho emanato è in linea con le precedenti, devo tutelare la salute dei richiedenti asilo e 700 migranti non possono stare insieme ad altri profughi positivi in un salone”.

L’obiettivo è mettere nero su bianco i problemi igienico sanitari dei centri di accoglienza, per farli sgomberare e, solo successivamente, sigillare tutto per “carenze strutturali”. Ma non basta. Musumeci e Razza hanno detto chiaramente che le irregolarità accertate dagli esperti sanitari “saranno inoltrate alle Procure competenti”. E mentre lo dicevano ricordavano il caso dei migranti positivi di Pozzallo, “passati da 8 a 60”, che tradotto in termini cari all’avvocato Razza, potrebbe voler dire “possibili reati”. Commessi da chi? Il nome non lo hanno fatto, in questo caso, Musumeci e Razza.

La mappa dei contagi

Trecentocinquanta migranti positivi, dei quali 58 si trovano a Lampedusa, isola che ospita anche un hotspot. A Pozzallo, provincia di Ragusa, i migranti positivi sono 62, ai quali si aggiungono 20 guariti nelle ultime settimane. In contrada Cifali, nella stessa provincia, 106 migranti si trovano in quarantena. Altri migranti positivi sono transitati dalle strutture di Porto Empedocle e Siculiana, dove spesso i richiedenti asilo soggiornano in quarantena.

Braccio di ferro politico

La partita non è di poco conto, Musumeci ha attirato le attenzioni nazionali e durante l’incontro con i giornalisti ha ringraziato Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Maria Stella Gelmini, il centrodestra che lo sta sostenendo in questo momento. Ma chi dovrebbe fare, esattamente, le ispezioni?

La task force

La Regione Siciliana, per verificare i centri di accoglienza, ha creato una task force, coordinata da Cristoforo Pomara, ordinario di Medicina legale a Catania.

Si prevedono scintille. Pomara non le manda a dire, alcuni mesi fa è stato in prima linea, contro il governo, per la circolare ministeriale che sconsigliava le autopsie per i morti da Coronavirus.

Pomara dovrà compiere “necessari sopralluoghi”, “verificare la congruità delle condizioni degli hotspot e dei Centri di prima accoglienza” presenti nell’isola. Ma anche analizzare la “sussistenza o meno dei requisiti igienico-sanitari per l’esercizio delle strutture”. E ancora, Pomara verificherà “eventuali violazioni dei protocolli per il contenimento del contagio da Covid-19”.

La nuova ordinanza

Con un nuovo provvedimento, l’assessore Ruggero Razza ha previsto che dopo le ispezioni “possano essere formulate proposte di chiusure o di riconversione delle strutture se risultassero carenti”.

I nomi

Nella task force, che avrà diritto solo al rimborso spese, sono stati inseriti anche Luigi Aprea, del Policlinico di Palermo, Bruno Cacopardo, direttore del reparto di malattie infettive dell’ospedale Garibaldi di Catania. E ancora, Antonello Giarratano, dell’università di Palermo, Paolo Murabito, del Policlinico di Catania, l’ingegnere Santo Pettignano, dell’Asp di Siracusa. Inoltre ci sarà Venerando Rapisarda, dell’università di Catania e Aldo Virgilio, dell’Asp di Catania.

Due mesi di ispezioni

La task force è stata nominata per effettuare due mesi di ispezioni, rinnovabili. Ad assistere i medici sarà anche un “team medico legale”.

La prima data di scadenza, delle nomine, è il 15 ottobre.

A supportare la task force ci sarà un “team medico-legale per la gestione dei sopralluoghi”.

Dopo le ispezioni, l’organismo dovrà relazione all’assessore Ruggero Razza. Si prevedono settimane calde.

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