PALERMO- Borgo Vecchio, cuore pulsante di pallone. Ci sono dei piccoli Maradona che farebbero impallidire perfino il roccioso Pietro Vierchowod di un tempo. Borgo Vecchio, pelle rancida di mafia e terra di coraggio. Lo ha dimostrato il blitz anti-racket di oggi: accanto a chi agisce nell’ombra, c’è chi denuncia alla luce del sole. E sono tanti. Borgo Vecchio aggrappato alla sua scuola, a chi tenta di costruire segmenti di senso. Perché poi la realtà è questa, qui come altrove. Difficilmente quei piccoli Maradona avranno le stesse possibilità degli altri bambini nati in un contesto diverso. Se sei il figlio del dottore, potrai diventare dottore. Se sei un figlio del Borgo, forse, resterai quello che sei: un figlio del Borgo destinato a vivere tra i disservizi, la’ munnizza’ e tutto il resto. Mafia compresa. Questo offre una città rinchiusa in se stessa, con i cosiddetti ascensori sociali bloccati al piano che si immagina nobile.
Per esempio c’è ‘Per Esempio’
Tra le persone che cercano di migliorare, centimetro dopo centimetro, lo stato delle cose, ci sono quelli di ‘Per Esempio’, una associazione Onlus che opera lì e non solo. La presentazione nel sito di rappresentanza: “Associazione non-profit che nasce a Palermo nel 2011 dall’incontro di un gruppo di giovani con diverse esperienze professionali che decidono di orientare le proprie competenze verso il mondo del terzo settore. L’ideazione e realizzazione di interventi rivolti a soggetti a rischio marginalità, così come la promozione di opportunità di mobilità, formazione ed educazione non formale, sono i principali ambiti d’intervento dell’organizzazione”. Con LiveSicilia.it parla Gabriele Di Maio, mediatore di comunità del progetto “React”.
Che cos’è React? “Si tratta – risponde Gabriele – di un acronimo: Reti per educare gli adolescenti attraverso la comunità e il territorio. E’ un progetto nazionale per l’inclusione e il benessere dei ragazzi. C’è anche l’assistenza allo studio, ma non è il classico ‘doposcuola’. Il fulcro del discorso risiede nell’autonomia: aiutare qualcuno oggi, perché possa camminare, domani, da solo”. La coordinatrice è Martina Riina (nella foto).
La speranza a piccoli passi
Qui c’è una fetta di Palermo che non si rassegna all’esclusivo perimetro della cronaca di un blitz, nella foto segnaletica di un degrado permanente. E’ un’ottima notizia che i buoni abbiamo la meglio sui cattivi. Ma, quando passa l’eco, cosa resta di Palermo a Borgo Vecchio? Anche la speranza dei piccoli passi. “Non ci piace la retorica – spiega Gabriele – non amiamo i grandi discorsi. Agiamo in un contesto deprivato, senza servizi e cerchiamo di riunire chi ha buona volontà. Stiamo provando a fare riaprire un ex asilo bloccato dalla burocrazia e da mille altri problemi. ‘Non c’è nulla che sia ingiusto quanto fare parti uguali tra diseguali’, suggeriva don Milani. E aveva ragione. La dispersione scolastica? Altissima, anche se i dati ufficiali non la mostrano perché il Borgo è ottava circoscrizione, quella che le statistiche prendono in esame, e c’è un pezzo del quartiere Libertà. Qui non ci sono spazi verdi, quando piove la piazza si allaga. I ragazzi sono meravigliosi, ma il contesto... Molto dipende da quello che vedi intorno a te”.
“I diritti sono in miraggio”
E’ un concetto ripreso dall’associazione ‘Addiopizzo’ in una nota sul blitz: “Se si vuole imprimere una svolta decisiva per superare fenomeni mafiosi ed estorsivi occorre che la politica investa su aree come Borgo Vecchio, attraversate da profonde sacche di povertà e degrado e in cui diritti come quello alla casa, al lavoro e alla salute restano un miraggio per molti, purtroppo troppi”.
Troppi, sì. Troppi piccoli Maradona che saranno bloccati dal placcaggio delle ingiustizie, mentre c’è qualcuno che fa il viaggio accanto a loro per indicare, comunque, una via d’uscita. Il cuore pulsante del Borgo.