La deputata Occhionero rinviata a giudizio per falso - Live Sicilia

La deputata Occhionero rinviata a giudizio per falso

Sotto processo per mafia l'ex attivista dei Radicali Antonello Nicosia

PALERMO – La deputata di Italia viva Giusy Occhionero è stata rinviata a giudizio con l’accusa di falso. Il processo inizierà il prossimo 2 febbraio davanti alla terza sezione del Tribunale di Palermo.

Rinviato a giudizio anche Massimiliano Mandracchia che per competenza sarà processato a Sciacca.

Davanti al giudice per l’udienza preliminare Fabio Pilato hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato Antonello Nicosia (imputato per mafia), Accursio Dimino (indicato come boss di Sciacca) e i presunti favoreggiatori Paolo e Luigi Ciaccio (anche Mandracchia risponde di favoreggiamento).

La parlamentare avrebbe dichiarato che Nicosia, allora esponente dei Radicali e conosciuto solo telefonicamente, era un suo assistente, consentendogli di entrare assieme a lei nelle carceri senza autorizzazione e di avere incontri con i boss.

Solo in un secondo momento, dopo tre ispezioni in istituti di pena siciliani, i due avrebbero formalizzato il rapporto di collaborazione.

Nel precisare con fermezza che la nostra assistita, On.le Giuseppina Occhionero, è del tutto estranea ad addebiti afferenti a contesti mafiosi – dicono i legali Giovanni Di Benedetto e Giovanni Bruno – prendiamo atto con amarezza del suo rinvio a giudizio dinanzi il Tribunale di Palermo per il reato di cui all’art. 483 codice penale (Falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico) in relazione alla dichiarazione da lei rilasciata sul rapporto di collaborazione con Antonello Nicosia. Siamo fermamente convinti che il Gup aveva oggi tutti gli elementi, di fatto e di diritto, per emettere una sentenza di non luogo a procedere – concludono -. Illustreremo le nostre ragioni dinanzi il Giudice Monocratico che, siamo
certi, darà atto della assoluta liceità della condotta posta in essere dalla
nostra assistita”.

Stesso reato, aggravato però dal favoreggiamento mafioso, è contestato oltre che a Occhionero anche a Nicosia che si deve pire difendere dall’ipotesi di associazione mafiosa. Dall’indagine, coordinata dal Procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Paolo Guido e dai pm Francesca Dessì e Gery Ferrara, sarebbe emerso emerso che, oltre a progettare estorsioni, Nicosia, sedicente docente universitario, da anni impegnato in battaglie a difesa dei detenuti, entrava e usciva dalle carceri, incontrando anche capimafia al 41 bis, proprio grazie alla collaborazione di Occhionero.

Nicosia stamani si è sottoposto all’interrogatorio, negando di avere avuto rapporti con la mafia o fatto favori a boss detenuti.

Dall’inchiesta sarebbe emerso che, oltre a progettare estorsioni e omicidi, Nicosia, attivista Radicale, sedicente docente universitario, da anni impegnato in battaglie a difesa dei detenuti, entrava e usciva dalle carceri, incontrando anche capimafia al 41 bis, proprio grazie alla collaborazione Occhionero.

I due si erano conosciuti tramite i Radicali Italiani. Il 21 dicembre, dopo aver avuto con Nicosia solo contatti telefonici, la deputata è arrivata a Palermo e ha incontrato Nicosia con cui è andata immediatamente a fare un’ispezione al carcere Pagliarelli.

All’ingresso ha dichiarato che era un suo collaboratore: circostanza, hanno accertato i pm anche attraverso indagini alla Camera, falsa. All’epoca, infatti nessun rapporto di lavoro era stato formalizzato. Il giorno successivo i due hanno fatto, con le stesse modalità, visite nelle carceri di Agrigento e Sciacca. Ai pm che in principio l’hanno sentita come persona informata sui fatti, la donna ha detto di non aver avuto contezza della doppia personalitaàdi Nicosia, formalmente paladino dei diritti dei carcerati, di fatto uomo d’onore che portava all’esterno i messaggi dei boss.

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