CATANIA – “Gli assembramenti in tribunale sono legali”. Gli avvocati etnei lo ripetono come un mantra. È una triste consapevolezza: ci sono corridoi intasati dove gli occhi del Dpcm non arrivano a guardare.
Non c’è Covid in tribunale
Mentre ristoranti e bar chiudono sotto la scure delle nuove regole anti covid, la giustizia, a Catania, si confronta con le sue carenze strutturali croniche. Da oltre 10 anni si attende la realizzazione di nuovi uffici giudiziari nel palazzo delle Poste, già finanziato nel 2009, ma i fondi sono stati destinati a coprire i buchi di bilancio. E oggi è stato demolito.
Corridoi stracolmi e avvocati, anche ultrasettantenni, che sfidano la sorte, per onorare la toga.
“Se ti viene il covid – chiede un avvocato – chi ringraziamo dopo questo assembramento in tribunale? Spero che qualcuno ci metta subito impegno e risolva la situazione”.
Il paradosso
“Ma gli avvocati che siamo, carne da macello?”, si chiede il legale Massimo Ravanelli, che aggiunge: “La mattina non prendiamo il virus ma dalle 18.00 in poi appena varchiamo la soglia del bar per l’aperitivo saremo assaliti dal morbo! Serve altro per rendere palese la assurdità – conclude Ravanelli – incoerenza ed arbitrarietà delle ultime misure adottate dell’esecutivo?”.