PALERMO – Uno dei pilastri del Palermo dello scorso campionato è stato Alessandro Martinelli. Il centrocampista svizzero però ha dovuto smettere con il calcio giocato per problemi di salute.
“Sto affrontando la partita della paura. I primi tempi mi sono isolato, non parlavo con nessuno. Piano piano con l’aiuto di Alice, la mia fidanzata, i miei familiari e i miei amici mi sono ripreso. Ora – dichiara il centrocampista ai microfoni de “Il Corriere dello Sport” – cerco di farmene una ragione e vincere questo speciale campionato. Mi vengono i brividi a pensare quello che mi sarebbe potuto succedere”.
“Ho un aneurisma alla aorta che ho sempre tenuto sotto controllo. In Italia i parametri sono più severi che all’estero. Mi hanno detto che rischiavo di rimanerci. Fino a pochi mesi fa – continua il centrocampista – era tutto ok, poi la scoperta di una maggiore dilatazione, i medici mi hanno consigliato di fermarmi normale. Come se fosso facile visto che la mia identità di atleta è stata cancellata”.
“Non volevo smettere. Sono stato a Genova e Milano, nessuno mi ha dato speranze. In Svizzera avrei potuto ottenere l’idoneità, ma il problema sarebbe rimasto e per una botta o uno sforzo intenso avrei rischiato la rottura della aorta e la morte”.
“Mi hanno rubato il sogno che avevo da bambino. Non mi sono ripreso dallo shock. Non ho ancora pensato a cosa fare. Nell’azienda di pulizie di famiglia non mi ci vedo. Mi hanno proposto di lavorare in banca, ma mi sembrerebbe una prigione dopo una vita all’area aperta. Ho pensato al corso di direttore sportivo ma senza licenza liceale dovrei studiare cinque anni. Sto valutando l’idea di lavorare con il mio ex agente Beltrami per scoprire talenti in Svizzera. Non mi vedo come allenatore”.
“Il giorno in cui avrei dovuto firmare con il Palermo – conclude Martinelli – sono arrivati gli esisti degli esami. Non c’erano accordi, non percepisco stipendi, dovrò capire se posso pensioni e capire com’è combinata l’assicurazione. Sagramola, per aiutarmi, mi ha proposto il ruolo di team manager o talent scout. Sarei stato presuntuoso a chiedere tanti quattrini quanti ce ne vorrebbero per andare avanti in Svizzera”.