File alle poste e disordini, l'allarme dell'Ugl: "Situazione insostenibile"

File alle poste e disordini, l’allarme dell’Ugl: “Situazione insostenibile”

Lunghissime attese e disagi dallo scoppio della pandemia.
LA DENUNCIA
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CATANIA – Code lunghissime. Marciapiedi e strade piene di persone, spesso anziani, che attendono il proprio turno per ore. Continua il caos negli uffici postali cittadini, o meglio al lorro esterno, a causa delle restrizioni negli accessi dovuti alle norme per il contenimento della pandemia. Come denuncia l’Ugl.

Situazione intollerabile

“E’ assolutamente intollerabile ciò che stan continuando da mesi a verificarsi nel contesto di diversi uffici di Poste Italiane a Catania e provincia, dove si rischia quotidianamente l’incolumità fisica dei dipendenti – si legge in una nota. Una situazione snervante ed insostenibile, provocata dalla gestione lunghe attese e dalle numerose incombenze burocratiche che creano angoscia e panico tra gli utenti e, di conseguenza, tra i lavoratori stessi”.

I rischi

Secondo i sindacalisti dell’Ugl, le cose potrebbero degenerare. “Il pericolo è quello che si possano verificare altri episodi ad alta tensione, come quelli già registrati nei giorni scorsi in città ed in alcuni centri pedemontani laddove si è anche sfiorata la rissa”.

Ugl invoca soluzioni urgenti

A lanciare il sentimento di forte angoscia a nome di tutto il personale di Poste è il segretario provinciale della federazione Ugl comunicazioni Mario Crisà, che invoca soluzioni urgenti. “L’incedere di scadenze, alle quali si è aggiunta la richiesta delle giacenze medie annue per il rinnovo dell’Isee, sta causando lunghe file e ressa davanti i pochi uffici aperti al pubblico, considerato che molti sono stati chiusi con la scusa dell’emergenza Covid-19 anche per via del numero ridotto di risorse umane disponibili” – afferma.

Disordini nelle filiali

“Di recente – prosegue – ci sono giunte notizie di disordini in alcune filiali e di minacce nei confronti degli operatori impiegati negli sportelli, invitati dagli utenti alla “resa dei conti” a fine turno. Basterebbe soltanto andare a verificare la quantità di chiamate effettuate in queste giornate dai direttori alle forze dell’ordine (che ringraziamo per l’operato), per comprendere l’entità della problematica sociale. Eppure già nel mese di novembre 2020 come Ugl comunicazioni poste avevamo segnalato questo stato di cose, ma evidentemente la ricerca degli utili viene prima della protezione di chi sta in prima linea a garantire i servizi – tuona Crisà.

Aumentare gli sportelli

“Tutto ciò si deve fare – continua il sindacalista – necessariamente con un incisivo incremento degli sportelli adibiti al pubblico sul territorio e con l’impegno di una cifra maggiore di personale da dover immettere nel front-office. Se poi a questa immediata presa di coscienza aggiungiamo anche il ritorno dei servizi fiduciari e della vigilanza armata all’ingresso delle stesse filiali (come previsto dalla legge), tenuto conto che da diversi mesi ripetiamo sistematicamente questo appello, riusciremo senz’altro a raggiungere due obiettivi. Il primo sarà certamente quello di garantire maggiore serenità e sicurezza ai nostri colleghi, oltre che agli utenti che non possono essere trattati in questo modo, mentre il secondo porterà senza dubbio a dover offrire prestazioni più snelle. In questo senso, riteniamo ancora una volta indispensabile il potenziamento ed ampliamento delle applicazioni informatiche e delle attività di sensibilizzazione alla loro fruizione, poiché il buon 30% di persone che si recano allo sportello potrebbero farne a meno utilizzando portale web e app – suggerisce il sindacalista. Ci troviamo di fronte ad una situazione davvero esplosiva se non si prendono i più urgenti provvedimenti, motivo per cui ci appelliamo per l’ennesima volta alla nostra azienda dato che i lavoratori non sono carne da macello e vanno tutelati. Siamo consapevoli che senza quella che noi, come Ugl comunicazioni, riteniamo un’azione di estremo buon senso, saremo costretti a rivolgerci alle istituzioni governative per rivendicare e pretendere il diritto alla sicurezza e serenità del lavoratore e la salvaguardia del consumatore – conclude Crisà.”

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