Petizione per tenere le scuole chiuse in Sicilia aspettando i vaccini - Live Sicilia

Petizione per tenere le scuole chiuse in Sicilia aspettando i vaccini

Raccolte 13mila firme on line.

Una petizione con già 13.111 firme raccolte per dire di no all’imminente riapertura delle scuole di ogni ordine e grado in Sicilia. Lanciata su Change.Org da Alessandra Mangano e diretta al presidente della Regione, Nello Musumeci e all’assessore all’Istruzione Roberto Lagalla, l’iniziativa raccoglie consensi di minuto in minuto e si basa sulla considerazione che non sarebbe prudente riaprire le scuole prima che sia conclusa la campagna vaccinale anti-Coronavirus a favore del personale scolastico.

«I contagi sono in aumento, i morti oltre 500 al giorno in media (18.000 solo a dicembre), l’indice RT in risalita verso quota 1 (da zona rossa) – scrive Mangano -. Secondo autorevoli studi condotti dall’AIRC (Airbone Infection Risk Calculator) dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale gli “ambienti chiusi e gli istituti scolastici rappresentano una grande criticità, soprattutto se le aule hanno un volume ridotto, con ventilazione (aria proveniente dall’esterno) contenuta e tempi di permanenza elevati.  Tenuto conto che non esistono, ad oggi, né un sistema di tracciamento adeguato, né una banca dati aperta, in continuo aggiornamento, divisa per ordini e gradi di scuola e anche per comuni e province, i docenti della scuola dell’Infanzia, della Primaria e della Secondaria di Primo grado chiedono maggiore rispetto per la propria salute e per la salute dei loro cari. La legge prevede il diritto alla Dad per gli alunni che convivono con soggetti fragili. Ai docenti questo diritto viene di fatto negato. Quanti docenti si prendono cura dei propri genitori anziani e affetti da una o più patologie? Quanti nonni si occupano di bambini di età compresa tra uno e 10 anni mentre i genitori lavorano? Noi non abbiamo diritto ad essere tutelati? La scuola, da anni dimenticata dalla politica tutta, oggi è diventata la protagonista del dibattito. Ci fa piacere. Notiamo però, non senza un certo stupore, che se ne parli in modo parziale, scorretto. La scuola oggi è diventata un tema di scontro tutto interno alla politica senza alcun rispetto per chi la vive e la tiene in piedi con grandi sacrifici. Vi chiediamo rispetto. Vi chiediamo di lasciarci in Dad fino a quando non ci saranno tutte le condizioni per poter tornare a scuola in sicurezza». 

Scvuole chiuse significa disagio per molti genitori. Ma ad accogliere l’appello non ci sono soltanto insegnanti ma anche genitori preoccupati, come Cira Maniscalco, presidente del “Comitato Regionale Malattie Rare Neurologiche e Neurochirurgiche” e madre di una bimba affetta da due rare malattie neurologiche che si rivolge direttamente al sindaco di Palermo Leoluca Orlando chiedendo di bloccare il provvedimento regionale: «Sono tantissimi anni che con il movimento Co.Sma.Nn. facciamo appelli alle istituzioni affinché in Sicilia sia finalmente aperto un reparto di Neurochirurgia pediatrica e molti bambini sono ancora costretti a farsi curare fuori dalla nostra Regione- precisa la Maniscalco- Adesso noi riconosciamo che il nostro Sistema Sanitario Regionale è al collasso e non ci sono abbastanza posti letto per garantire l’assistenza a tutti i cittadini. In momento critico ed emergenziale come questo non possiamo permettere che i nostri figli debbano continuare ad andare a scuola, al momento un luogo non sicuro per i nostri figli e per il personale scolastico. I bambini, in generale, sono cagionevoli dal punto di vista delle malattie che colpiscono il tratto respiratorio. A nome di tante mamme chiediamo al sindaco Orlando di chiudere le scuole di ogni ordine e grado, perché l’ordinanza regionale non tiene conto  diritto costituzionale alla salute. Non vogliamo rischiare che i nostri figli possano ammalarsi di Covid-19. Chiediamo di accogliere il nostro grido di aiuto con un lockdown totale».

Subito è arrivata la risposta di Orlando che ha scritto alla Maniscalco: «Ho ricevuto il messaggio di cittadina e di mamma che io da cittadino e nonno condivido. Ho chiesto da mesi e insistentemente il massimo rigore alle palermitane e ai palermitani per evitare il dilagare di contagi e di morti ma con pari forza ho “stressato” con tutte le mie forze il Governo nazionale e regionale ottenendo per la prima volta in Sicilia il drive-in alla Fiera, messa a disposizione dell’Asp da parte del Comune, e lo screening dedicato ad alunni, insegnanti, personale scolastico e genitori- afferma Orlando- Il sindaco non può purtroppo chiudere le scuole. Ho adottato l’unica ordinanza possibile di competenza sindacale: la chiusura temporanea per due giorni (ho così disposto per l’8 e il 9 gennaio) come un sindaco può fare ad esempio per uno o due giorni quando vi è allerta meteorologico. Ho ottenuto il risultato di una ordinanza del Presidente della Regione di continuare la chiusura delle scuole in presenza da giorno 11 a giorno 18… Io chiedevo almeno 15 giorni… Comunque questi 8 giorni di ottenuta chiusura delle scuole in presenza hanno allontanato per complessivi 10 giorni il ritorno in presenza, dal tempo dei contagi natalizi sino all’Epifania. Ho tenuto sotto pressione Governo e Regione ottenendo il riconoscimento di zona rossa e non arancione, nonostante l’indice fosse inferiore (!) al prescritto 1,25 per riconoscimento di zona rossa, invocando con forza le condizioni precarie delle strutture sanitarie in Sicilia. Ho tentato di ottenere ulteriore chiusura per almeno un’altra settimana della scuola in presenza. Il Presidente della Regione ha invece confermato le disposizioni nazionali come è accaduto in altre zone rosse come la Lombardia e Bolzano. Ho sollecitato e continuerò a sollecitare screening scolastico. La mia indignazione è forte nei riguardi di tanti genitori e fratelli più grandi che con i loro comportamenti incoscienti hanno provocato la crescita di contagi ed adesso si oppongono alla scuola a distanza e fanno pressione chiedendo al Ministro e al Presidente della Regione di aprire in presenza le scuole».
Nello Musumeci durante la conferenza stampa tenutasi ieri a Catania ha poi precisato in merito che prenderà in considerazione “l’opzione di chiudere anche le elementari e la prima media se i dati non miglioreranno tra 15 giorni”. Durante la stessa occasione l’assessore Lagalla ha replicato a chi ha parlato di incoerenza: «Abbiamo ricevuto tanti consensi, lavoriamo affinché la vita scolastica prosegua nel rispetto delle regole e nelle condizioni di sicurezza per docenti e studenti, in piena coerenza con l’ordinanza regionale 5/2021 e il dpcm del 15 gennaio. A chi dice che abbiamo iniziato lo screening troppo tardi, dico che occorreva disporre campionamenti quasi in concomitanza del ritorno a scuola per fotografare la situazione attuale – ha dichiarato- Nei prossimi giorni presenterò al presidente Musumeci un piano complessivo di interventi per la resilienza in campo scolastico e per il ritorno alla conoscenza, confidando su una campagna vaccinale prioritaria per i docenti maggiormente esposti: sostegno, infanzia e quelli con fragilità particolari».

 «A nostro avviso dal momento in cui si chiedono sacrifici a tutti per soli 15 giorni non capiamo perché aprire invece le scuole e creare occasioni di assembramenti- conclude Antonio Tomaselli del “Movimento Cittadini in Rete” ex presidente della seconda Circoscrizione a Palermo- Mettiamo in sicurezza anche i bambini in attesa che sia conclusa la campagna vaccinale di tutto il personale scolastico». 



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