Cancelleri: "Senza i numeri è meglio andare a votare" - Live Sicilia

Cancelleri: “Senza i numeri è meglio andare a votare”

"Il partito di Conte? Sarebbe un'opportunità. Da provare alle Regionali in Sicilia".
L'INTERVISTA
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4 min di lettura

Viceministro Giancarlo Cancelleri, se ai tempi dei meetup e del vaffaday le avessero detto che il suo partito un giorno avrebbe cercato i nuovi Razzi e Scilipoti in Parlamento per tirare a campare ci avrebbe creduto?

“Ma io credo che non lo stiamo facendo di cercare gli equivalenti di Razzi e Scilipoti. Siamo in una condizione economica e sociale diversa. È una questione di responsabilità: il mondo è sconvolto da una pandemia che si tramuta in una crisi economica senza precedenti.  Non siamo come nel ’46, siamo come nel’41, siamo a inizio guerra. Cercare di risolvere questa situazione richiamando alla responsabilità chi vuole costruire e dare stabilità al Paese è diverso da fare traccheggi nelle segrete stanze. Qui si chiama la gente alla luce del sole”.

Può durare il governo Conte con i numero che abbiamo visto al Senato?

“No, assolutamente. Tant’è che mi pare seria la questione che sta venendo fuori e cioè che se non si palesano dei numeri che danno la stabilità non c’è altra soluzione che andare al voto. Lo dico io per il Movimento ma ho letto anche autorevoli esponenti del Pd che lo dicono, non c’è un governo senza Conte, Conte è la sintesi di questa maggioranza. O si va avanti con lui e con numeri stabili che mettano al sicuro la fiducia che il Capo dello Stato sta mettendo nella soluzione di questa crisi o si dà la parola ai cittadini. Anche se è una cosa assurda in questo momento, nessuno vuole tirare a campare”.

E si va a votare con questa coalizione che sostiene il governo?

“Si va a votare in ordine sparso”.

Lei sa che c’è una componente maggioritaria nella legge elettorale: se andate in ordine sparso perdete tutti i collegi.

“E quello è vero. Lì bisognerà capire se Conte potrà essere ancora la sintesi di questa maggioranza e a quel punto ci potrebbero esserci degli scenari nuovi. Non è scontata una vittoria del centrodestra. Io credo che questo governo abbia fatto bene  e ci sia la voglia di tanti cittadini di dare continuità. Certo è che chi ha aperto la crisi si deve passare la mano sulla coscienza”.

Parla di Renzi?

“Parlo di Renzi  ovviamente, che ha trascinato il suo gruppo in un ragionamento che a molti suoi non sta neanche più appartenendo. Leggo di esponenti di Italia viva che si stanno cominciando a sganciare. Chi vuole criticare le scelte della compagne governativa lo fa nei luoghi opportuni, anche in maniera determinata, ma se la crisi è fine a se stessa diventa stucchevole. Io sono convinto che se Italia viva dà delle indicazioni di apertura, deputati e senatori possono essere i benvenuti in una nuova maggioranza. E che ci può essere un patto programmatico fra le forze di questa maggioranza che abbia come sintesi il presidente Conte”.

La faranno ministro nel nuovo governo, se nascerà?

“Mi interessa veramente molto poco perché sto guardando le grandi difficoltà che ci sono. Non credo sia il momento di  parlare delle legittime ambizioni di ognuno che sono tutte da mettere da parte. Se ci sono mi argini per andare avanti si vedrà se ci sono le condizioni di un rafforzamento della squadra come ha detto Conte, non so se sono uno degli arnesi che potrebbero garantire questo rafforzamento. Continuo a lavorare  perché voglio portare i maggiori risultati nel settore di cui mi occupo. Ieri abbiamo fatto questo grande passo in avanti con la trasmissione delle opere da commissariare, alcune delle quali sono in Sicilia, opere per 65 miliardi di euro”.

Nascerà davvero il partito di Conte?

“Lo tirano tutti per la giacchetta, sondaggisti compresi con numeri incredibilmente lusinghieri e secondo me abbastanza veri, perché nascono dal buon lavoro che sta facendo. Lui vuole farlo? In questo momento è un elefante che si muove in una cristalleria, Pd e Movimento 5 stelle forse non lo guarderebbero positivamente. Io sono stato un precursore a dire che secondo me sarebbe importante un’esperienza di questo tipo, per rafforzare il patto programmatico”.

Lei ci entrerebbe nel partito di Conte?

“Dico che darebbe opportunità per tutta la maggioranza. Secondo me le Regionali siciliane sono l’occasione per scaldare i motori e fare un giro di prova”.

Quindi lei propone alla Regionali Pd, Movimento 5 Stelle e partito di Conte insieme.

“Penso che sarebbe una buona soluzione, la Sicilia è il laboratorio politico per eccellenza. Poi se il premier lo vorrà fare, non lo so. Io rimango all’interno del Movimento 5 Stelle e ne faccio parte da sempre”.

Lei però coi 5 Stelle all’Ars non si può ricandidare da statuto.

“Non parliamo di me, in questo momento guardo al generale, voglio fare la mia parte al massimo col mio impegno nel governo: far nascere cantieri e posti di lavoro”.

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