Era accusato di lesioni gravissime al figlio neonato: assolto - Live Sicilia

Era accusato di lesioni gravissime al figlio neonato: assolto

La drammatica vicenda risale al gennaio del 2018

MESSINA – La Corte d’Appello di Messina, accogliendo il ricorso degli avvocati Pinuccio Calabrò e Fabio Marchetta, ha assolto un giovane Barcellonese accusato di aver provocato, mediante violenti scuotimenti, gravissime lesioni personali al figlio neonato (tra cui ematomi cerebrali e danni neurologici) perché non la smetteva più di piangere, e dunque per futili motivi.

La vicenda risale al gennaio 2018, quando i giovani genitori accompagnavano al P.S. di Barcellona P.G. il figlioletto che non respirava bene; attesa la grave insufficienza respiratoria i medici disponevano il trasferimento presso la terapia intensiva neonatale del policlinico di Messina, ove il giovane padre, nel ripercorre l’anamnesi, ammetteva che il giorno precedente, in un momento di forte stress emotivo, cullando al petto il bambino che da ore non smetteva di piangere, aveva mal gestito la situazione scuotendolo forse troppo energicamente; da qui la diagnosi: “sindrome dello scuotimento” o SBS “Shaken baby sindrome”, patologia assai difficile da diagnosticare. Fu solo grazie alle ammissioni del padre infatti che venne scongiurato il peggio dai sanitari i quali somministrarono subito la giusta terapia, comunque relazionando l’accaduto alla Procura della Repubblica, che aprì un fascicolo d’ufficio.

Al processo di primo grado, ove il P.M. aveva chiesto la condanna a 3 anni di reclusione, la difesa scelse il rito abbreviato; il GUP di Barcellona P.G. ritenendo che il padre avesse agito “accettando consapevolmente il rischio di causare quelle gravi lesioni al proprio figlio”, lo condannò alle severe pene di legge per lesioni volontarie aggravate con “dolo eventuale”.
Di diverso avviso i difensori che, dinnanzi la Corte d’Appello di Messina, hanno affrontato la tematica del difficile confine tra “dolo eventuale” e “colpa cosciente” in casi limite come questo, attraverso i principi -non sempre nitidi- elaborati dalla Suprema Corte di Cassazione, sostenendo una responsabilità del genitore soltanto a titolo di colpa, poiché certamente non voleva attentare all’incolumità del proprio bambino, ma, a causa della sua inesperienza, aveva agito con negligente superficialità.

La tesi della difesa, altresì supportata dagli insegnamenti della letteratura medico-scientifica, posti a corredo dell’atto di appello, e secondo cui la sindrome da scuotimento è “la maldestra risposta di genitori impreparati innanzi al pianto inconsolabile del proprio figlio”, è stata pienamente accolta dai Giudici Messinesi che, come chiesto dalla difesa, hanno riqualificato la condotta da dolosa a colposa, assolvendo il giovane padre per mancanza della necessaria querela di parte, quale condizione di procedibilità dell’azione penale nel reato di lesioni colpose.
La nota positiva è pure che ad oggi il bambino sta bene ed ha quasi del tutto ripreso le sue facoltà psicofisiche.


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