Avvocati intercettati, Coa: "Ministro tuteli il diritto di difesa" - Live Sicilia

Avvocati intercettati, Coa: “Ministro tuteli il diritto di difesa”

Avviata anche una petizione: "Minato uno dei pilastri della democrazia".

CATANIA – Non sono rimasti in silenzio. Le notizie – trapelate sulla stampa – di avvocati intercettati mentre parlano con indagati da parte della Procura di Trapani nell’ambito di un’inchiesta sul traffico di migranti ha scosso anche il foro catanese.

La delibera del Coa

E così il Consiglio dell’Ordine  etneo – preso atto di quanto accaduto – ha scritto una delibera da inviare al Ministero della Giustizia per “assumere ogni iniziativa idonea a tutelare il diritto di difesa, il segreto professionale, nonché la libertà di poter consultare il difensore di fiducia, confidando sulla natura strettamente riservata del colloquio”. Insomma avviare iniziative per far rispettare quanto sancito nel codice di procedura penale. L’articolo 103 è chiaro: “non è consentita l’intercettazione relativa a conversazioni o comunicazione dei difensori…” e “quando le comunicazioni conversazioni sono comunque intercettate, il loro contenuto non può essere trascritto, neanche sommariamente…”.

“Il congelamento del diritto di difesa”

Agli avvocati catanesi non basta l’affermazione del procuratore di Trapani che ha garantito che le intercettazioni non saranno utilizzate in sede processuale. “Non risolve la frustrazione del principio di libertà di difesa”, scrive il Coa nella delibera.

“Seguendo tale impostazione sarebbe possibile ascoltare le conversazioni tra il difensore e il proprio assistito, ritenendo che tali dialoghi non potranno essere utilizzati processualmente, mentre la ratio del divieto di capostazione è quella di impedire – argomenta il consiglio presieduto da Rosario Pizzino – a chi svolge le indagini di entrare in possesso di informazioni riservate circa l’attività difensiva”.

E ancora: “La vicenda in esame comporta l’insorgere del problema del congelamento del diritto di difesa, perché il difensore potrebbe non sentirsi libero di confrontarsi con l’assistito per il timore di essere intercettato”.

Avviata anche una petizione dei penalisti

Una presa di posizione forte e decisa quella del Coa di Catania. Ma non è l’unica iniziativa dei penalisti etnei. È partita anche una petizione – promossa dall’avvocato Goffredo D’Antona – che in poche ore ha già superato le 700 adesioni. “I fatti relativi alle intercettazioni compiute dalla Procura di Trapani, ove diversi Avvocati sono stati ascoltati mentre parlavano al telefono,  con i propri consulenti  e testimoni suscitano grave preoccupazione. Si vede violato, per l’ennesima volta, il Diritto di difesa principio stabilito dalla Costituzione Italiana.

“Avvocati spiati”

Non rassicurano – si legge nel testo – in alcun modo le promesse “che queste intercettazioni saranno distrutte”, in quanto il divieto normativo è chiaro: I rapporti tra difensori e i loro consulenti ed assistiti non possono essere “spiati“ in alcun modo neanche indirettamente”. Chi ha deciso di firmare la petizione “esprime ferma solidarietà e affettuosa vicinanza a tutti gli avvocati coinvolti e denuncia l’inammissibilità di quanto accaduto. 

La vicenda che ha violato la sfera professionale e umana di questi avvocati è una vicenda che non riguarda solo tutti gli avvocati, – si legge nella parte finale della petizione –  ma mina gravemente uno dei pilastri della Democrazia: il diritto di difesa”.

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI