PALERMO – Bisogna provare a mettere ordine nella storia della scomparsa di Denise Pipitone. Ed è probabilmente questo il punto di partenza della Procura di Marsala che ha riaperto l’inchiesta.
Ci sono spunti nuovi che vanno incrociati con vicende e personaggi del passato. Lo dimostra l’esigenza di tornare, nei giorni scorsi, ad ispezionare (le ricerche si sono concluse con un nulla di fatto) la vecchia casa dove abitava Anna Corona, madre di Jessica Pulizzi, la sorellastra di Denise, allora minorenne, che per il sequestro è stata processata e assolta con sentenza definitiva. Anna Corona, invece, fu soltanto indagata e la sua posizione archiviata.
Delle sentenze passate in giudicato non si può non tenere conto. Nei processi celebrati e chiusi con l’assoluzione per insufficienza di prove sono state scandagliate intercettazioni su cui oggi si torna a discutere.
Le vecchie intercettazioni
Ad esempio quando, mentre si trovavano in commissariato, Jessica disse alla madre Anna Corona: “Quando ero con Alice ho preso e a casa gliel’ho portata”. Cosa aveva preso e a chi l’aveva portata? Non si è mai giunti alla certezza, al di là di ogni ragionevole dubbio, che stesse parlando di Denise e del fatto che l’avesse condotta a casa del padre per avere da lui la conferma che fosse la sorella naturale. Non trovandolo, avrebbe poi consegnato la bambina ad altre persone, mai identificate, che l’avrebbero fatta sparire.
Quel giorno in commissariato
Ed è stata scandagliata con l’aiuto degli esperti anche la frase, entrata nel processo di appello, “eravamo a casa… la mamma l’ha uccisa a Denise”, appena sussurrata l’11 ottobre 2004, un mese e dieci giorni dopo la scomparsa della bambina, da Jessica alla sorella Alice. Era un audio disturbato, nessuna certezza che fossero davvero quelle le parole pronunciate.
Il testimone e le due telefonate
Da alcuni gironi si è tornato a parlare della testimonianza di Battista Della Chiave, oggi deceduto. La scomparsa di Denise davanti alla sua casa a Mazara del Vallo è stata collocata tra le 11.35 e le 11.45. Gli investigatori presero in considerazione due telefonate. La prima avvenuta alle 12.10 (durata 18 secondi) partita dall’utenza di Anna Corona e ricevuta da una sua amica, Loredana, fidanzata di Giuseppe, nipote di Battista Della Chiave.
La seconda chiamata era delle 12.17 (durata 72 secondi) e Anna Corona disse dalla madre di raggiungerla a casa sua, per occuparsi delle figlie, perché “era successo qualcosa, ma senza spiegarmi cosa”. A nove anni di distanza, nel 2013, Battista delle Chiave, sordomuto e allora settantaquattrenne, con il linguaggio de segni spiegò di avere visto una bambina che somigliava a Denise in braccio a suo nipote, fidanzato dell’amica di Anna Corona che ricevette la telefonata di 12 secondi. Il nipote si sarebbe allontanato con una bambina in scooter.
Una ricostruzione sempre respinta dal nipote e valutata dai giudici che non lo ritennero plausibile per la dinamica, gli incroci e gli orari. Una testimone disse infine di avere visto la mamma di Anna Corona arrivare a casa della figlia verso le 17:30, dunque cinque ore dopo la richiesta di aiuto. Una richiesta che, dunque, non era stata così urgente.
Pochi giorni fa la trasmissione “Chi l’ha visto”, con l’aiuto di un’esperta, ha dato una interpretazione diversa alle parole di Battista Della Chiave. Avrebbe parlato di due uomini che “hanno rapito la bambina con una motocicletta, superato un cavalcavia e poi nascosta in una barca con i remi sotto una coperta e sono andati via. La bambina piangeva. La moto è stata buttata in mare”.
L’anonimo bene informato
A questo si aggiunge la lettera anonima ricevuta dall’avvocato Giacomo Frazzitta, legale Piera Maggio, la mamma di Denise, che contiene particolari inediti. Un fatto nuovo, o meglio visto sotto una nuova luce, che riguarda persone finora non coinvolte nelle indagini.
Anche su questo stanno lavorando i pm di Marsala, a cui la missiva anonima è stata inviata e che hanno disposto l’ispezione nella vecchia casa di Anna Corona e ascoltato Maria Angioni. Si tratta del pubblico ministero che per primo indagò sulla scomparsa di Denise e che solo di recente, e in Tv , ha parlato di strane circostanze che avrebbero ostacolato le indagini. Di fatto ha alimentato dubbi e sospetti.