Catania, cenere e devastazione dopo una lunga notte di fuoco

Catania, cenere e devastazione dopo una lunga notte di fuoco

Comincia la conta dei danni. Ma sono scattate anche le polemiche sul mancato lavoro di prevenzione.
THE DAY AFTER
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CATANIA – È un risveglio amaro per i catanesi. Il sapore acre del fumo lo sentono ancora gli uomini dei soccorsi – pompieri, forestale, uomini della protezione civile, volontari delle associazioni, poliziotti, militari, finanzieri, carabinieri – che ieri hanno lottato per domare gli incendi sparsi per tutta la provincia. Roghi che hanno devastato e distrutto. Lingue di fuoco di chilometri hanno diviso in due la città creando caos anche alla viabilità. Una nube nera avvolgeva l’asse attrezzato di Catania. Centinaia le richieste di soccorso. Decine e decine le palazzine evacuate tra via Fossa Della Creta e via Palermo. Questo è stato il fronte più difficile da circoscrivere.

LEGGI IL VIDEO RACCONTO: Tetti a fuoco, case distrutte e la lingua rossa dal mare

A Vaccarizzo, nei villaggi a mare, fino a tarda sera le fiamme erano alte. Quando è calata la notte gli elicotteri e i canadair sono dovuti rientrare. E quindi sono rimasti solo i mezzi a terra a intervenire. È stata una notte lunga per i residenti.

Decine gli immobili andati completamente distrutti o dichiarati inagibili tra via Palermo e via Leotta. Ma anche ai villaggi a mare molti sono rimasti senza casa: la Guardia Costiera ha istituito già ieri sera due punti per poter portare in salvo le famiglie. La Guardia di Finanza ha portato in salvo decine e decine di persone. Una è finita in ospedale per accertamenti: stava soffocando a causa del fumo.

Gli sfollati hanno trascorso la notte al PalaSpedini dove il Comune insieme alla Croce Rossa ha allestito una zona per l’accoglienza. La Prefettura ha coordinato il tavolo permanente per poter affrontare l’emergenza.

Per i gestori de Le Capannine è l’inizio di un incubo. L’arrivo di agosto, con tutti i dubbi del green pass, aveva dato nuova speranza. E invece tutto è andato distrutto. Ogni sogno di ripresa è andato in fumo. Un’altra estate da dimenticare come quella del 2019.

Già è partita la conta dei danni. Ma è arrivata anche la lunga scia delle polemiche: dita puntate sulla macchina della prevenzione incendi. E i sindacati dicono chiaramente al governo regionale di non scaricare le responsabilità ai piromani. Intanto soffia il vento caldo. E c’è la paura che possa ripetersi un’altra giornata infernale.


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