Covid, ospedali al collasso: "La bomba è scoppiata"

Coronavirus, ospedali al collasso: “La bomba è scoppiata”

Il direttore di Pneumologia del Cannizzaro, Sandro Distefano: "L'unica strada è il vaccino obbligatorio".

CATANIA – La situazione purtroppo è critica. Nei reparti degli ospedali catanesi non si respira. In un mese la situazione dei ricoveri è diventata quasi insostenibile. I numeri sono vicinissimi a quelli dello scorso autunno, quando molti pazienti positivi dovevano attendere il ricovero al pronto soccorso anche per giorni.

I numeri sui ricoveri Covid

Partiamo dal Policlinico-San Marco dove in totale ci sono 74 pazienti: di cui 62 nei reparti ordinari (infettivologia, pneumologia, ostetricia, pediatria), 10 in terapia intensiva San Marco e 2 in ECMO al Policlinico. Di questi una è una giovane mamma siracusana che dopo il parto cesareo è stata trasferita a Catania. Ha preso il posto della neomamma modicana che ora è in Rianimazione. Il Garibaldi, dove opera il professore Bruno Cacopardo, è praticamente pieno: ci sono oltre 60 pazienti ricoverati. Anche se oggi sono programmate delle dimissioni. Al Cannizzaro ci sono 48 positivi ricoverati: 28 in Malattie Infettive e 20 in Pneumologia.

Reparto pieno di no vax

In quest’ultimo reparto, che è diretto da Sandro Distefano, si trovano pazienti che hanno necessità di ventilazione e ossigenazione. E quindi che hanno insufficienza respiratoria. “È un reparto di subintensiva a tutti gli effetti. Siamo pieni, non abbiamo più posti liberi”. Il 90% dei ricoverati sono non vaccinati. E quando capiscono che “il Covid esiste” diventano tutti “no vax pentiti”. La fascia d’età si è notevolmente abbassata. “Ricoveriamo molti giovani. E purtroppo alcuni sono davvero gravi”.

“Serve vaccinazione obbligatoria”

Per il primario c’è una sola soluzione: “Serve rendere il vaccino obbligatorio. Finché non si capirà che le due armi contro il covid sono il vaccino e il distanziamento non ne usciremo facilmente”. Inoltre, sul fronte vaccini “l’Europa sta dormendo sulla terza dose – dice Distefano – l’Ema sta iniziando a parlarne, mentre già Israele si è portata avanti. Ma se il vaccino assicura una copertura di nove mesi credo che la scelta sia ovvia, qui invece si continua a discutere senza arrivare a una decisione. Il primo settembre il personale del Cannizzaro sarà sottoposto al test sierologico per verificare la carica anticorpale, ma se non si fa in fretta rischiamo che molti medici e operatori sanitari che sono stati vaccinati a gennaio si contagino”.

“A ottobre saremo al collasso”

Distefano non è molto ottimista circa il futuro: “A ottobre, se il trend rimane questo, la situazione sarà davvero pesante”. Eppure agli inizi di luglio sembrava che l’epilogo dovesse essere un altro. “Appena due mesi avevamo così pochi pazienti che pensavamo di chiudere addirittura il reparto. E invece è scoppiata la bomba”. Le cause per Distefano sono molteplici. “La diffusione della variante Delta in concomitanza con l’estate, gli Europei di calcio, la mancanza del rispetto delle regole, con organizzazione di feste e festine senza alcun rispetto delle norme anticovid. Tutto questi ci ha portato all’attuale situazione. Che non è davvero da sottovalutare”.

I risultati della telemedicina

In considerazione dell’aumento dei contagi – grazie al sistema a fisarmonica – si stanno pianificando incrementi dei posti letto dedicati al Covid. Non solo al Cannizzaro. Ma Distefano, già dallo scorso ottobre, ha attivato il sistema della telemedicina che “ha permesso di diminuire la pressione negli ospedali. Al paziente forniamo un ventilatore portatile che può utilizzare a domicilio e lo seguiamo a distanza. Un metodo che ha dato importanti risultati”.

L’efficacia dei monoclonali

Sul tema della terapia anticovid, in attesa di un farmaco antivirale che potrebbe arrivare a breve, Distefano punta l’attenzione sugli anticorpi monoclonali che “nonostante la loro efficacia, poco pubblicizzati”.

Confusione e contraddizioni

In questi ultimi giorni si è acceso il dibattito sulle linee guida dell’assessorato in merito alle dimissioni dei pazienti con saturazione al 92%. Distefano però tende a precisare una cosa: “È inutile puntare il dito contro la Regione, visto che la direttiva è figlia delle disposizioni dell’Agenas dello scorso 17 giugno. Però le devo dire che l’Agenas contraddice, perché il 17 febbraio 2021 un team dell’Agenas invece disponeva che un paziente con saturazione 92% andava ricoverato. Quindi delle due l’una”, evidenzia il direttore dell’Unità Operativa di Pneumologia del Cannizzaro. Poi Distefano lancia una stoccata: “C’è molta confusione. E in questa caos un medico si trova davvero in difficoltà”.


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