Cascio e le minacce: "Non ho rancore, certo che curerei un no vax"

Cascio, insulti e minacce: “Certo che curerei un no vax”

Gli insulti, le minacce e le aggressioni verbali. Parla l'infettivologo.
L'INTERVISTA AD ANTONIO CASCIO
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2 min di lettura

Insultato, minacciato e aggredito verbalmente per avere detto la sacrosanta verità: cioè che i vaccini sono essenziali. E per una proposta-provocazione sulle spese dei ricoveri dei non vaccinati. In questa intervista, il professore Antonio Cascio, infettivologo, fa il punto.

Professore Cascio, come sta?
“Benissimo”.

Che effetto le ha fatto essere alla ribalta per vicende non strettamente scientifiche?
“Un effetto strano”.

Le minacce dei no vax l’hanno intimorita?
“Ma no… e poi sono talmente incasinato… Scusi, volevo dire occupato”.

Ancora insulti?
“Qualcuno, ma scemano”.

Le scrivono?
“Sì, però di meno. Mi ha contattato un certo Little Tony, ovviamente finto”.

Le ha cantato ‘Riderà’?
“No, mi ha spiegato perché, secondo lui, sui vaccini ho torto”.

Altri?
“C’è chi mi ha scritto che sono un’anima nera. Cose così”.

Tantissimi l’hanno sostenuta.
“Ringrazio tutti per la solidarietà immensa. Il presidente Musumeci, il sindaco Orlando, la presidente della Commissione Salute all’Ars, l’onorevole la Rocca Ruvolo. E ringrazio chi mi ha espresso affetto, sostegno e vicinanza in un momento che un po’ mi ha sballottato, devo riconoscerlo. Avrei voluto rispondere singolarmente per dire grazie a tutti, lo faccio di cuore qui”.

Facciamo il punto.
“Come ho detto fin dal principio, la mia era soprattutto una provocazione, quando dicevo di fare pagare il ricovero per Covid ai non vaccinati. Volevo richiamare l’attenzione. Se chi non si vaccina riempie gli ospedali, soffre lui e si espone a un gravissimo pericolo, soffrono i suoi familiari e i suoi amici e si saturano posti letto che verranno sottratti ad altri pazienti che stanno male. Tutto questo per una scelta”.

Infatti, c’è il tema dell’obbligo.
“Sono favorevole per l’obbligo dai cinquantanni in su e per certe categorie di persone esposte con il pubblico e sono convinto che lo Stato dovrà prendersi questa responsabilità, escludendo, ovviamente, dall’obbligo quelli per cui il vaccino è veramente controindicato”.

Ma i no vax contraccano: più cure domiciliari.
“Intanto, meglio prevenire che curare. E poi le cure domiciliari vanno bene soltanto per pazienti con sintomi lievi, senza comorbidità”.

Lei è arrabbiato con i no vax?
“Nooooo, non sono arrabbiato e non nutro rancore”.

Se domani, in corsia, le capitasse un immaginario capo mondiale dei no vax, lei lo curerebbe?
“Certo che sì, con la passione di sempre. Io sono un medico e sto accanto alle persone che soffrono. E sono un uomo”.


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